Cronaca

La morte di Toni Negri, il “cattivo maestro”

di Redazione -


All’età di 90 anni è morto a Parigi Toni Negri: a darne la notizia la sua compagna e filosofa francese Judit Revel. E’ stato filosofo, tra i maggiori teorici del marxismo operaista, per anni – specie a cavallo dei ’60 e ’70’: storica la polemica che attivò contro di lui Indro Montanelli – indicato come “cattivo maestro” per la sua militanza politica: fu cofondatore e teorico delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. Nell’aprile del 1979, incarcerato e processato con centinaia di militanti – il dibattimento fu indicato come processo 7 aprile – perché accusato di aver partecipato ad atti terroristici e d’insurrezione armata: alla fine fu assolto. Fu però poi nuovamente messo in carcere, processato e condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato, in provincia di Bologna, ove esponenti della lotta armata uccisero il carabiniere Andrea Lombardini.

Eletto nel 1983 alla Camera dei deputati con il Partito Radicale – burrascosi i rapporti con Marco Pannella e poi la rottura con il Partito della Rosa: arrivò ad affermare durante la sua latitanza che Giancarlo Pajetta avesse fatto bene, proprio in occasione di un dibattito e di un voto a Montecitorio che esaminava la sua posizione personale, a sputargli in faccia – , usufruì dell’immunità e uscì di prigione, fuggendo in Francia dove beneficiò della dottrina Mitterand, che garantiva il diritto di asilo a imputati e condannati per atti anche violenti ma ritenuti di ispirazione politica. Nella capitale francese insegnò all’università, all’École Normale Supérieure e al Collegio Internazionale di Filosofia, Nel 1997 rientrò in Italia e dopo un patteggiamento, scontò una pena fino a 20 anni fa.

Ventuno anni fa il libro Impero, ritenuto il manifesto della disciplina no global, che gli diede notorietà internazionale. Fino all’ultimo, in questi anni, gli studi e ricerche di Negri che lo hanno affermato come figura discussa e controversa anche all’interno della stessa sinistra.


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