Attualità

La morte di Antonia, i giovani boss della Puglia

di Angelo Vitale -


Un omicidio che non è una coincidenza, quello della 19enne Antonia Lopez sul pavimento di un ritrovo musicale di Molfetta, all’alba di domenica scorsa. La bellezza mediterranea del suo profilo Instagram si affianca all’impietosa cronaca di quanto accaduto prima, durante e dopo il suo omicidio e racconta della gioventù criminale che abita questa zona della Puglia e tante altre del nostro Paese. Criminale non perché per forza si macchi di reati penali ma per le regole di vita che sceglie, si impone e pensa possano favorirla.

Prima che un proiettile le recidesse l’aorta Antonia Lopez era in un gruppo di giovani arrivato al Bahia Beach con “fare baldanzoso”, il suo fidanzato è il figlio di un boss, lei è la nipote di un boss assassinato nella guerra tra clan. Volevano entrare. Subito la lite con un altro gruppo, in entrambi la presenza di giovani delle famiglie mafiose che si contendono Bari. Uno, il 21enne Michele Lavopa – indagato per omicidio e tentato omicidio – estrae una pistola 7,65. Dirà che la deteneva per difendersi da eventuali aggressioni, “come spesso accade ormai nei locali notturni baresi”. Spara 6 o 7 colpi, uccide Antonia e ferisce 4 altri giovani. Tutti ricoverati, ma prima rilasciano “dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose, nonostante l’amica fosse deceduta”.

Lavopa scappa a piedi, aiutato da due amiche rientra al quartiere San Paolo. Poi, insieme ad altri due amici, si reca nella zona di Bitonto dove avrebbe nascosto l’arma, rientra nel quartiere, si disfa degli indumenti indossati in discoteca prima di costituirsi. Le regole di una vita criminale.


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