La mitologia delle “Tre Parche”: Aldo Dalla Vecchia torna al romanzo
La mitologia delle “Tre Parche”: così Aldo Dalla Vecchia torna al romanzo e gioca sul filo della nostalgia.
S’intitola “Le Tre Parche” ed è pubblicato da Pegasus Edition il nuovo romanzo del giornalista e autore televisivo Aldo Dalla Vecchia, con una lunga attività (35 anni) dietro le quinte del piccolo schermo, in modo particolare Mediaset. A pochi mesi dalla pubblicazione del suo saggio sulla scrittura televisiva La tivù è tutta scritta? Il mestiere di autore (isenzatregua edizioni), e in attesa del suo prossimo lavoro in cui il piccolo schermo sarà ancora al centro della scena (l’uscita, per i tipi di Graphe.it Edizioni, sarà il prossimo 26 ottobre), Dalla Vecchia torna alla narrativa, con un romanzo in cui la parola chiave è: nostalgia. Per il tempo che passa e per chi non c’è più. Perché il titolo “Le Tre Parche”? Le Tre Parche sono figure della mitologia classica dalle quali dipenderebbero le sorti del mondo. Cloto è colei che prende in mano il filo della nostra esistenza; Lachesi lo dipana; Atropo lo recide. Le dee, solitamente raffigurate come anzianissime nella pittura tradizionale, diventano in questo libro un trio di ragazze (così le raffigura in copertina l’artista Alessandra Belloni, con un tratto felice che cita e ricorda i personaggi della grande Grazia Nidasio), che decidono capricciosamente del nostro destino.
Nel nuovo romanzo di Aldo Dalla Vecchia vediamo sfilare persone e personaggi che hanno fatto parte della sua vita, e che adesso non ci sono più. Ognuno dei protagonisti a cui è indirizzata una lettera-racconto viene chiamato familiarmente per nome: dalla nonna Angelina al cugino Alberto, dalla zia Carmela allo zio Lino, rievocati con delicatezza e nostalgia. Non possono mancare gli amati animali: dai gatti Lucciola e Geo al cane Lupo. Altri destinatari sono figure che tutti potranno riconoscere, perché in qualche modo hanno fatto parte anche della loro esistenza: Mike (Bongiorno) e Karol (Wojtyla), Moana (Pozzi) e Elvis (Presley).
Il libro, narrativamente, procede all’incontrario: l’inizio è la fine, la fine l’inizio. Dopo l’ultimo capitolo, protagonista uno dei primi ricordi di cui la voce narrante abbia traccia nella sua memoria, viene rivolto un invito al lettore, per continuare all’infinito il gioco sul filo della nostalgia: “E ora, caro lettore, tocca a te. Questo volume finisce là dove tutto è iniziato, con uno dei primi ricordi di cui io abbia traccia nella mia mente. Se anche tu hai voglia di giocare con la memoria e con Le Tre Parche che ti hanno accompagnato fin qui, sta a te riavvolgere il filo della tua vita, che è unico è fragile come quello di tutti…”.
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