La missione di Zuppi: convincere il cristiano Biden
di FRANCESCA CHAOUQUI
E’ iniziata ieri e terminerà domani la missione più complicata di Mons. Matteo Zuppi, inviato da Papa Francesco a Washington per proseguire nel tentativo di mediazione ed arrivare ad un accordo di pace tra Ucraina e Russia. È la terza tappa della missione diplomatica avviata dal Vaticano per trovare una soluzione al conflitto che sta coinvolgendo sempre di più le grandi potenze mondiali. Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato raggiungerà la capitale degli Stati Uniti e si fermerà fino al 19 luglio per sostenere iniziative in ambito umanitario volte ad alleviare le sofferenze delle persone più colpite e più fragili con particolare riguardo ai bambini.
Sono infatti proprio i bambini che stanno più a cuore al Pontefice, i piccoli innocenti costretti a subire le scelte errate dei grandi; partire da loro per avviare azioni umanitarie più ampie è l’obiettivo di cui si era già discusso a Mosca con il Presidente della Federazione Russa per i diritti del bambino Dmytro Lubinets nella seconda tappa della missione umanitaria condotta da Zuppi. Dopo Zelensky, il consigliere di Putin e il patriarca ortodosso ora attendiamo i nomi dei protagonisti che decideranno le sorti del conflitto; la discrezione necessaria in questo contesto fa ben sperare sulla riuscita della missione voluta da Papa Francesco. Allentare le tensioni e favorire il dialogo è la strada per una svolta nel conflitto intraprendendo percorsi di Pace.
Le recenti immagini e dichiarazioni di Zelensky al vertice Nato non agevolano il percorso di dialogo richiesto dal Santo Padre, la sollecitudine alla difesa armata e alla vittoria contro il nemico rallentano i progressi per una effettiva risoluzione del problema. La preghiera di tutta la Chiesa sollecitata da Papa Francesco è per una pace stabile che parte dai cuori e generi scelte audaci e responsabili; la storia ci insegna che nei conflitti ci sono solo perdenti e mai vincitori per cui inseguire l’obiettivo della vittoria non porta sui sentieri della Pace.
I piani di Pace dettati dall’Ucraina sembrano non prevedere accordi condivisibili, la mediazione risulta inefficace soprattutto se le grandi potenze mondiali propongono aiuti armati. Il ringraziamento del presidente ucraino per le bombe a grappolo fornite da Biden non ha lasciato indifferenti i promotori di pace impegnati nella ricerca di una soluzione pacifica. Toccherà a Zuppi ora smuovere le corde del cuore dell’America affinché l’umanità prevalga sull’economia, i valori umani sulle leggi di mercato, la pace sul conflitto. I rapporti tra Papa Francesco e Joe Biden sono sempre stati molto cordiali, la visita del presidente USA in Vaticano aveva confermato la volontà condivisa di agire per il bene; ora la questione più calda riguarda il conflitto russo-ucraino e tramite Zuppi il Santo Padre riconosce a Biden il ruolo di protagonista in questa vicenda come eventuale risolutore del conflitto.
Una grande responsabilità per il presidente statunitense soprattutto morale, in virtù di quanto affermava solo un anno e mezzo fa sull’autorizzazione avuta dal Santo Padre in merito al “ricevere la comunione”. La Pace è volontà degli uomini, soprattutto di quelli chiamati a svolgere il ruolo di governanti; la pace non si acquista purtroppo né si vende, bisogna desiderarla talmente tanto da mettere in discussione orgogli e certezze per un bene più grande che è quello comune, per un bene più grande che è la vita, per un bene più nobile che riguarda l’umanità.
Incrociando le dita seguiamo la missione di Zuppi alla ricerca del “cristiano” Biden chissà che il miracolo si realizzi proprio nel nuovo continente, nella terra madre della libertà; un esempio che stravolgerebbe gli equilibri mondiali non più basati su leggi di mercato ma sui valori umani.
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