La Manovrina col bollino UE
GIANCARLO GIORGETTI
La manovrina ha ottenuto il bollino blu dell’Europa. Ma con alcuni distinguo. Sciocchezze, per il governo, che può tirare un sospiro di sollievo. Il peggio è passato. O, se preferite, l’esecutivo può festeggiare per aver dribblato l’ostacolo più grande verso l’approvazione della manovra di bilancio nei tempi, ormai contingentatissimi, che prevedono il 31 dicembre come termine ultimo. La Commissione Ue ha dato il suo benestare alla prima finanziaria del governo Meloni anche se non mancano critiche e punti da migliorare, almeno secondo le indicazioni giunte a Roma direttamente da Bruxelles.
Per l’organo esecutivo europeo, la manovra italiana è “complessivamente in linea con le indicazioni” eppure mostra “progressi insufficienti sulla parte strutturale delle raccomandazioni”. In pratica, alle Ue piacciono poco le misure sui pagamenti digitali, la rottamazione delle cartelle sotto i mille euro e i prepensionamenti dal 2023. A spiegare il giudizio comunitario, ci ha pensato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni: “L’opinione della Commissione Ue è nel complesso positiva ma con alcune critiche”. Quindi scende nello specifico: “Nei saldi la proposta di legge rispetta le raccomandazioni del Consiglio di luglio, in sostanza di tenere sotto controllo la spesa corrente, in un periodo caratterizzato da alta inflazione e di stretta nella politica monetaria”. E dunque ha aggiunto: “Questa raccomandazione è stata recepita dal governo, come hanno fatto la maggior parte dei Paesi ad alto debito, con alcune eccezioni. Ci sono alcuni aspetti positivi, come gli impegni di spesa per investimenti, legati alla transizione verde e all’innovazione tecnologica. Ci sono dei rilievi su alcune misure: sul piano strutturale, c’è l’invito a procedere sulla riforma del Fisco e su singole misure ci sono rilievi su misure legate ai pagamenti digitali e all’evasione fiscale”. Infine Gentiloni ha concluso: “I rilievi si concentrano su misure non in linea con le raccomandazioni rivolte all’Italia negli ultimi anni sul tema della lotta all’evasione fiscale, le sanzioni sull’impossibilità di effettuare pagamenti digitali, sulla prudenza nella spesa pensionistica e sull’importanza di procedere, con gradualità, ad una riforma fiscale che alleggerisca la tassazione sul lavoro”.
Il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti rispolvera un evergreen della comunicazione politica per festeggiare il via libera europeo alla manovra: “La commissione ha promosso la nostra manovra giudicandola in linea: l’Italia è quindi inserita nella metà dei paesi europei che sono dalla parte giusta. Questo risultato è una grande soddisfazione”. Tanto grande da farlo esultare: “Abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione”.
La premier Giorgia Meloni non si è sottratta al clima di festa che si respira dalle parti di via XX settembre e gioisce anche lei, che sulla manovrina ci ha messo la faccia e s’è giocata tutto: “Siamo particolarmente soddisfatti del giudizio espresso dalla Commissione europea sulla legge di bilancio. Una valutazione positiva – continua Meloni – che conferma la bontà del lavoro del Governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell’interesse dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese”.
Mentre il Partito democratico, con il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano, promette battaglia sui temi della “lotta all’evasione, condoni e utilizzo del Pos” e stigmatizza “l’assenza di una visione sulle necessarie riforme strutturali”, non SI ferma la lotta della Cgil e della Uil. Ieri, da Bari, Maurizio Landini ha confermato la scelta di opporsi alla manovra: “Noi stiamo facendo una battaglia per tutti, noi non siamo qui a polemizzare, noi siamo qui a dire a tutte le persone, dagli studenti, ai precari, agli immigrati, ai giovani, ai pensionati, che dobbiamo unirci, non dividerci”.
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