PRIMA PAGINA-La Manovra già causa di distinguo e polemiche
La sessione di Bilancio che si concluderà a fine anno con l’approvazione della Manovra economica non è ancora ufficialmente iniziata, ma già si registrano i primi distinguo in maggioranza e le polemiche preventive dell’opposizione. Una dinamica fisiologica che accompagna puntualmente il cammino autunnale del governo su un percorso generalmente sconnesso che rischia di diventare addirittura accidentato, anche per le numerose parti chiamate in causa. Gli attori al tavolo sono molteplici ed è un’ovvietà che non tutti potranno essere accontentati, ma tutti hanno le proprie rivendicazioni e provano a portare a casa il risultato, parti sociali, corpi intermedi, associazione di categoria e, su tutti, i partiti: e alla fine è proprio tra quest’ultimi che si gioca la vera partita, tra compromessi al ribasso e tentativi di raggiungere un qualche risultato spendibile da poter rivendicare. Ma la questione che su tutte tiene banco nel corso della stesura della legge di Bilancio è quella relativa ai ritocchi, in un verso o nell’altro, della pressione fiscale. Un tassello imprescindibile nell’ottica della necessità di far quadrare i conti e di porre, al contempo, in essere misure in grado di far crescere l’economia. E proprio sulla leva fiscale la scorsa settimana si è verificato un piccolo incidente tra gli alleati di governo, prontamente cavalcato dalle opposizioni. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha accennato a sacrifici a cui tutti saranno chiamati scatenando reazioni allarmanti, timide smentite e levate di scudi da parte della stessa maggioranza. Quello delle tasse è infatti un tema caldo, soprattutto per il centrodestra, il cui obiettivo dichiarato è sempre stato quello di ridurle. L’uscita di Giorgetti – oltretutto, a quanto pare, non concordata con i colleghi di governo e con la stessa premier – ha quindi avuto l’effetto di un fulmine a ciel sereno, tanto che lo stesso leader della Lega, Matteo Salvini, poi seguito a ruota da quello di Forza Italia, Antonio Tajani, si sono affrettati a smentire eventuali aumenti della pressione fiscale, seguiti a ruota da numerosi esponenti della maggioranza. Con lo spread sotto controllo, la Borsa che tiene e i livelli occupazionali che fanno registrare segnali positivi, è la linea, non si ravvede la necessità di prevedere aumenti delle tasse nella prossima Manovra. Un ragionamento che tiene, ma fino a un certo punto, perché la questione principale è il reperimento delle risorse necessarie per finanziare le misure che si vogliono mettere in campo e per prorogare quelle già attuate. Al momento, dalle prime stime effettuate, pare che la cifra si aggiri attorno ai 20 miliardi di euro, impresa non impossibile ma neanche facile. Certo, non sarà possibile fare tutto quello che i singoli partiti di maggioranza auspicano e su molti capitoli di spesa si dovrà capire bene che direzione prendere, come ad esempio sulle pensioni o sul taglio del costo del lavoro. Senza dubbio la priorità è quella di incidere sul potere di acquisto delle famiglie perché i consumi sono fermi e, quindi, la crescita del Pil è a rischio. Complice la forte spinta inflazionistica seguita all’emergenza pandemica, della quale ancora oggi si risente, è infatti cresciuta la spesa per i beni essenziali che ha generato una frenata sul fronte degli altri generi di consumo. Giorgetti, che tiene i cordoni della borsa, lo sa bene ed è probabilmente per questo che ha messo le mani avanti sulla Manovra, nella consapevolezza che non tutto quanto annunciato potrà essere fatto e, anzi, che molto probabilmente si renderà necessario qualche sacrificio per garantire la tenuta dei conti pubblici. Una congiuntura a causa della quale qualcuno resterà scontento e che senza dubbio provocherà più di un braccio di ferro tra i partiti di governo. Per non parlare delle barricate già annunciate, come sempre accade, dalle opposizioni. Da qui all’approvazione della Manovra trascorreranno oltre due mesi e mezzo, nel corso dei quali, c’è da scommetterci, non si parlerà altro che di tasse.
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