In Congo gli esperti dell’Oms hanno rilevato in 10 casi su 12 il virus della malaria sui contagiati
Sembrerebbero arrivare le prime risposte (in qualche modo incoraggianti) sulla malattia non identificata che sta colpendo il Congo e in particolare il distretto di Panzi (provincia di Kwango) una zona remota caratterizzata da difficoltà di accesso, scarse telecomunicazioni e condizioni aggravate dalla stagione delle piogge. Le notizie arrivano dagli esperti dell’Oms che sono stati mandati sul territorio per procedere con le indagini sulla malattia, per contenere l’epidemia e offrire un supporto adeguato alle comunità colpite. Secondo quanto dichiarato dal direttore generale dell’Oms Ghebreyesus, i casi segnalati da inizio ottobre ammontano a 416, con un bilancio di 31 decessi. La malattia è, appunto, ancora in fase di studio, ma in Congo sono stati già analizzati alcuni campioni: finora 10 su 12 sono risultati positivi alla malaria, suggerendo che questa possa essere una delle cause principali della malattia, anche se non si esclude il coinvolgimento o la concomitanza di altre malattie. Ciò non significa che l’allarme sia rientrato, tuttavia, c’è da sottolinaare come l’area colpita presenti condizioni sanitarie particolarmente critiche: l’alto tasso di malnutrizione e una bassa copertura vaccinale aumentano la vulnerabilità della popolazione, in particolare dei bambini a malattie, tra cui malaria, polmonite e morbillo. Per questo Ghebreyesus ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul territorio anche se, la possibilità che si tratti di malaria (o di un suo ceppo) potrebbe allentare l’allerta in Europa, dove i casi registrati ma sono già stati debellati.