La Lampara, memoria di un felice incontro di sapori a Lido di Camaiore
Amo follemente quei posti mangerecci e familiari che non si fanno annunciare: ti accolgono con la semplicità dei gesti sicuri, senza bisogno di stupire. “La Lampara”, storico ristorante sulla passeggiata di Lido di Camaiore, è esattamente così. Un posto che non rincorre le mode ma si lascia rispettare per coerenza, misura e mano sicura. Ci sono arrivato a pranzo di sabato, su suggerimento di Christian Ciardella, quando la Versilia si prepara al fine settimana ma conserva ancora quella rilassatezza non invasa dal rumore.
Fuori, un sole tiepido e il riflesso dell’azzurro sulle vetrate. Dentro, arredi sobri, tovaglie candide, personale attento ma mai invadente. Nessuna teatralità, ma il piacere discreto della buona accoglienza.
Ho iniziato il mio pranzo con una selezione di antipasti di mare, tra crudi e cotti. Le tartare — in particolare quella di tonno con mela verde — erano perfettamente bilanciate, con una nota vegetale a stemperare la dolcezza del pesce.
Le acciughe del Cantabrico, servite con burro della Normandia, bietole e pan brioche, erano intense e pulite: un piccolo esercizio di stile. Il polpo alla plancha era morbido, saporito, ma senza nessuna concessione alla mollezza. Pttima la sua giardiniera di verdure. Come primo piatto, ho scelto lo spaghetto allo scoglio senza gusci. Un piatto che non ha bisogno di fuochi d’artificio: è solido, coerente, rispettoso delle materie prime. A seguire, ho assaggiato anche i tagliolini alla trabaccolara: un equilibrio di sapori che non si dimentica facilmente e che urla Versilia facendomi sentire immediatamente a casa
Tra i secondi, ho scelto il baccalà alla crace con fagioli cannellini, cipolla caramellata alla senape, e salsa all’aglio nero, piatto che richiede rispetto e attenzione. Arrivato al tavolo ancora fragrante, il pesce si presentava con una cottura esemplare: polpa compatta, succosa, sapore pieno.
Non potevo saltare il dolce. Il cioccocrunch, perché per me la felicità è al 90% fatta di cioccolato. Una mousse al cioccolato con base di croccante alla nocciola. Promosso. Un dolce che non stanca, ma accompagna.
La carta dei vini è ben strutturata, con una predilezione per bianchi toscani e qualche bollicina ragionata.
Il servizio è puntuale, gentile, preparato. La sensazione è quella di essere lasciati liberi di godersi l’esperienza, ma sempre sotto uno sguardo vigile e rispettoso.
“La Lampara” è un ristorante che lavora in sottrazione: niente sovrastrutture, niente effetti speciali. Solo attenzione, padronanza tecnica e una linea chiara, che mette al centro il mare e chi lo sa raccontare nel piatto. È un luogo che non chiede d’essere celebrato, ma che merita d’essere ricordato.
E io, quel sabato a pranzo, l’ho fatto. E so già che tornerò.
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