LA GHIGLIOTTINA – Se il preside non vuole gli alunni problematici
E meno male che la scuola dovrebbe essere la palestra di vita in cui si impara anche e soprattutto ad essere dei cittadini per bene. Che insegnamento diamo ai nostri ragazzi e ai loro genitori se la scuola chiude le porte in faccia agli studenti più problematici? Come nel caso del dirigente scolastico di un istituto in provincia di Roma, sospeso dopo la richiesta di accertamento ispettivo disposta dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sul caso di un bambino di sei anni affetto da deficit di attenzione e iperattività. Il piccolo era stato sospeso dalla scuola e non riaccolto quando si è presentato in classe dopo l’intervento del Tar. Al posto del preside l’Ufficio scolastico ha nominato un reggente. “Ricorrerò al giudice del lavoro – dice il preside sospeso -. Sono certo e ho fiducia negli ispettori che faranno il loro lavoro, come già stanno facendo, e che porteranno alla verità. Se c’è una denuncia penale sarà il mio avvocato a proteggermi. Se invece è un procedimento scolastico e basta, è evidente che qualcuno mi vuole fuori dalla scuola”.
Preside anti alunni iperattivi. Altro che scuola inclusiva
Il bimbo con deficit di attenzione con iperattività (Adhd) di tipo combinato “associata a marcata difficoltà della regolazione degli aspetti comportamentali e aggressivi” era stato sospeso il 26 febbraio. Il Tar aveva disposto il rientro a scuola il 4 marzo ma il preside non ne ha voluto sapere. E l’inclusività?
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