LA GHIGLIOTTINA – Meno male che era pentito, voleva uccidere il pm
Attenti al pentito-killer: un detenuto ha finto di voler collaborare con la giustizia solo per essere interrogato dalla pm della Dda di Lecce e per tagliarle la gola durante l’incontro. Il piano, poi fallito, sarebbe stato ideato da un 42enne tra gli indagati coinvolti nell’operazione chiamata “The Wolf” che portò la magistratura salentina, nel luglio 2023, a smantellare il clan Lamendola-Cantanna. Il bersaglio era proprio la pm titolare dell’inchiesta. E così è venuto fuori che al primo interrogatorio il falso pentito vero killer si era presentato con un pezzo di ceramica prelevato dal bordo interno del water della cella di isolamento in cui si trovava e poi avvolto in un sacchetto della spazzatura. Il sacchetto lo aveva infilato nel retto, poi aveva chiesto di andare in bagno dove aveva recuperato l’arma e se l’era infilata negli slip, pronta per l’uso. All’uscita dal bagno però è stato perquisito da un tenente dei carabinieri all’epoca in servizio a San Vito dei Normanni (ora a Matera) che gli ha tolto il pezzo di ceramica.
Pentito per finta, killer per davvero
Subito dopo è comparso davanti agli investigatori e alla pm alla quale dice di voler collaborare con la giustizia e, per essere convincente, ha fatto alcune rivelazioni, ritrattate in un secondo tempo. Insomma, come nella favola ha provato a fare il lupo che si camuffa da nonna, ma cappuccetto rosso carabiniere non c’è cascato.
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