Attualità

LA GHIGLIOTTINA- Al museo egizio la propaganda si fa con la Gioconda

di Frida Gobbi -


“Uniamo le forze e riportiamo a casa la Gioconda”. No, non è la canzoncina diventata famosa – ormai quasi vent’anni fa – dopo la vittoria del Mondiale 2006 contro la Francia. E non è neanche la richiesta, con tanto di causa, fatta dai discendenti di Leonardo nei confronti del Paese oltralpe alcuni mesi fa. Ebbene, è la proposta di Zahi Hawass, egittologo candidato alla guida del Museo Egizio di Torino, che vorrebbe “finalmente” riportare la Gioconda in patria. Proposto dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Zahi Hawass pensa di lanciare la carta vincente per ingraziarsi i tanto amanti del Made in Italy, mettendo in atto una vera e propria propaganda da campagna elettorale. Riportare in patria i tesori italiani in tutto il mondo è sicuramente un nobile obiettivo: moltissimi sono i capolavori provenienti dal Belpaese che ormai da lungo tempo stazionano all’estero, talvolta in maniera illegale, che meritano di tornare a far parte del nostro patrimonio artistico. Di certo, non la Gioconda. Perché come Hawass sicuramente saprà, l’opera d’arte di Leonardo Da Vinci appartiene al patrimonio francese. Una questione che affonda le sue radici 1500, quando Leonardo decise, dopo averla dipinta, di portare la Monnalisa con sé in Francia presso la corte di Francesco I. una proposta improbabile, ma che forse può aiutarci a capire chi potrà (o no) dirigere il museo egizio più antico al mon-
do.


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