Esteri

La Francia avverte i ribelli in Niger: “Liberate Bazoum”

di Giovanni Vasso -

MOHAMED BAZOUM, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL NIGER


La Francia spera ancora che il colpo di Stato in Niger non sia “definitivo”. Catherine Colonna, ministro degli esteri di Parigi, ha invocato l’ipotesi di una “via d’uscita” per superare l’impasse causata dal “tentato” golpe messo in atto dai militari che hanno arrestato il presidente Mohamed Bazoum, “democraticamente eletto”. Che, peraltro, sarebbe in “buone condizioni di salute”. Colonna, a nome del governo francese, ha duramente stigmatizzato il colpo di Stato che non avrebbe alcuna “legittimità”. Il ministro degli esteri, infatti, ha tuonato: “Se mi sentite parlare di un tentativo di colpo di Stato è perché non consideriamo le cose definitive”. E lascia la porta accostata: “C’è una possibilità di uscita se i responsabili di questo tentativo ascolteranno il messaggio della comunità internazionale”.

L’Eliseo ha chiesto il rilascio del capo dello Stato africano. E lo ha fatto anche l’Ecowas, la comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale che ha chiesto: “l’immediato rilascio del presidente Mohamed Bazoum che rimane il legittimo e legale presidente del Niger riconosciuto dall’Ecowas”. La Francia, inoltre, ha ventilato sanzioni a carico del Niger se la liberazione del presidente non avverrà subito: “Non solo vogliamo che sia liberato – ha spiegato Colonna -, ma che siano liberi lui e la sua famiglia, in tutta sicurezza, come prerequisito per il ritorno all’ordine costituzionale”.

La vicenda è molto più complicata di quello che sembrerebbe. Non è solo una banale questione di equilibri regionali e di lotta per il potere. Sullo sfondo c’è molto di più. Il Niger, infatti, è uno dei più importanti esportatori di uranio del Continente e il suo dialogo commerciale, per adesso, è orientato per lo più verso Parigi dove esporta il 55% della sua produzione generale.


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