La forza spirituale del “parroco” Franciscus
Dal 13 marzo 2013 fino al 21 aprile 2025 ha avuto corso il rivoluzionario pontificato di Francesco, il Papa venuto da lontano che parla dei poveri e per i poveri e che metteva al centro gli ultimi. Questo principio è stato la bussola del suo agire, ha infatti orientato un modello pastorale e, poi, un Magistero fondato sulla visione di una Chiesa umile e vicina agli ultimi come quella del Nazzareno. Quindi la sua cifra stilistica è stata volta alla solidarietà, all’inclusione e alla misericordia, come confermato dal Giubileo straordinario della misericordia appunto, indetto nel 2016, Oppure il Giubileo attuale cosiddetto ordinario della “Speranza”, che ci sostiene, e che per Bergoglio, non doveva mai mancare. Il Primo Papa della storia gesuita, che scelse il nome del santo di Assisi proprio per rappresentare la stessa forza dirompente del suo messaggio orientato alla semplicità, alla fraternità, alla umanità, e soprattutto al rispetto del creato come confermato dalla enciclica “Laudato si’”. Inoltre, parimenti a San Francesco vi è la continua ricerca della pace, essendo entrambi “ costruttori della Pace”: tale ricerca vi è stata da parte di Bergoglio anche domenica scorsa di Pasqua. L’ultima domenica appunto, nel messaggio “Urbi et Orbi” ha chiesto proprio questo, ossia il cessate il fuoco delle guerre nel mondo. A fine messa pur essendo affaticato, ha voluto salutare tutti i fedeli presenti in piazza San Pietro, passando in mezzo a loro con l’autovettura per l’ultima volta, prima di salire alla case del Padre, quindi quasi un segnale divino. Il Santo Padre difficilmente sarà dimenticato in quanto molto amato dalle genti, proprio perché vicino alle persone più semplici e ai bambini, con quella prossimità che, come ha affermato il premier Meloni, te lo faceva sembrare (quando conferivi con lui), quasi come fosse “il proprio parroco”. Proprio così, il Pontefice quando parlava arrivava al cuore delle persone perché metteva Gesù al centro del suo messaggio. Lo ha fatto quando ha visitato le “periferie esistenziali” su cui cercava di fare luce e dare sostegno, lo ha fatto con i migranti ( da nipote di migrante essedo il nonno piemontese emigrato in Argentina) con l’obiettivo di accoglierli e rispettarli in quanto essere umani. Ha ascolto le minoranze e i dimenticati e/o agli scartati con la stessa forza e tenerezza, perché per lui erano invece preziosi come manifestazione della carità divina. Nel solco di tale visione va la sua vicinanza ai detenuti che è andato a trovare anche la settimana santa ultima, al carcere di Regina Coeli, e/o ai malati con cui ha condiviso tale condizione (nei vari ricoveri al al gemelli), comprendendo che in quello stato e da quel posto: ”la guerra sembra ancora più assurda”. Insomma , dalla sua elezione ad oggi ha testimoniano la devozione filiale alla Madonna di “Salute e Salvezza”. E, infatti nel suo testamento ha scelto di riposare per sempre sotto gli occhi materni della Salus Populi Romani. Specificando nel testamento del 29 giugno 2022: “Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”. Tale volontà riconferma lo stile che ha contraddistinto tutto il suo cammino: sobrietà, essenzialità e prossimità alla gente comune, anche nell’ultimo atto terreno. Nel testo non mancano pensieri rivolti a coloro che gli sono stati accanto nel corso della vita: “Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene. Ma è nella frase conclusiva che si concentra il cuore del messaggio spirituale di Papa Francesco, una vera eredità per i fedeli di tutto il mondo: “La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”. Tali parole possano essere un monito nei confronti dei potenti come un solenne impegno, anche oltre la vita terrena, nella speranza che il messaggio di pace e unione tra le genti, possa realizzarsi.
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