Attualità

LA FILIPPICA – L’imprenditore visionario che ha conquistato Trump

di Alberto Filippi -


Diciamoci le cose come stanno. Fare l’imprenditore e decidere di essere liberi, di vivere in un sistema liberale e democratico, perseguendo obiettivi legittimi, costituzionalmente garantiti, quindi dire anche ciò che realmente si pensa, è quasi un’utopia. In Italia ha cercato di farlo Silvio Berlusconi, diremmo con sprezzo del pericolo, vista la complessità del nostro Paese e del mainstream prevalente, tanto da avere pagato di persona. Lo sappiamo bene tutti: sia per l’aggressione giudiziaria che ha subito nel corso degli anni del suo lungo impegno in politica, sia per i continui contenziosi fiscali cui è andato incontro, con inevitabili ricadute politiche, patendo molteplici attacchi personali alla sua privacy, che è stata calpestata quasi al pari di una nazione in cui non vengono rispettate le libertà del singolo e di intrapresa economica. Un Paese per certi aspetti liberticida. Onore a Silvio Berlusconi, allora, perché sapeva a che cosa andava incontro e ha deciso comunque di farlo, per il bene dell’Italia e perché ha saputo modernizzare il sistema politico, dopo avere modernizzato il sistema radiotelevisivo, portando in modo indiscutibile un contributo fondamentale alla nascita della Seconda Repubblica.
Oggi, piaccia o no, abbiamo un altro enorme imprenditore di successo, Elon Musk, che sapendo che potrebbe pagare sotto il profilo economico – come sta accadendo in Europa dove in tanti hanno smesso di acquistare le sue automobili – e sotto il profilo personale, decide comunque di impegnarsi per una parte, quella repubblicana, dopo avere sostenuto per anni quella democratica – ma allora non era certo avvertito come un pericolo, mentre oggi è cambiata la musica – perciò decide di essere un cittadino impegnato in politica, sognando un sistema ancora più democratico, dove anche agli imprenditori dovrebbe essere consentito di dire apertamente come la vedono e che cosa intendo fare. E allora, anche solo per questo, onore a Sandro Pertini, sì avete letto bene, che soleva ripetere che andava protetto colui che la pensava diversamente da lui, perché era decisivo in democrazia che gli fosse consentito esprimere il suo pensiero.
Anche solo per questo, considerato il suo grande successo imprenditoriale, Musk merita di essere non necessariamente condiviso, ma comunque ascoltato. La cosa che lo rende unico è che ha una visione planetaria. Anzi con SpaceX va oltre il nostro stesso pianeta. Quello che affascina di quest’uomo, discusso e anche a volte contraddittorio, è che riesce a rendere veri quelli che sono stati i sogni di tanti bambini. E lui da uomo con grandi responsabilità riesce non solo a sognare come un bambino, ma a concretizzare quelli che sono sempre stati i sogni dell’umanità. Musk è un visionario, lungimirante e dotato di grande coraggio, perciò non si può non plaudire alla circostanza che in tempi non sospetti Giorgia Meloni ha saputo costruire un rapporto con il nuovo presidente Trump prima che egli fosse eletto, tessendo a vantaggio dell’Italia un rapporto fiduciario riconosciuto dallo stesso inquilino della Casa Bianca, che ha invitato la nostra premier il giorno del suo insediamento, identificandola come il ponte politico ideale verso l’Europa con cui dialogare. Un riconoscimento che la dice lunga sulla capacità della presidente del Consiglio di condividere validi rapporti internazionali.


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