La Fed taglia i tassi, ma solo di 25 punti base
La Fed ha optato per un approccio prudente optando per una riduzione dei tassi di interesse di soli 25 punti base al 4,5%, una decisione che ha deluso le aspettative di un taglio più deciso di 50 punti. La Fed ha sottolineato che, nonostante la crescita economica sia sostenuta, l’inflazione rimane elevata, pur mostrando progressi verso l’obiettivo del 2%. Il Comitato di politica monetaria ritiene che i rischi per occupazione e inflazione siano equilibrati, ma le prospettive economiche rimangono incerte. La riduzione dei tassi mira a bilanciare la crescita economica con il controllo dell’inflazione, ma la Fed prevede un ciclo di allentamento monetario più moderato nel futuro. Nel 2025, è previsto un taglio di mezzo punto percentuale, seguito da un ulteriore riduzione nel 2026, in contrasto con le stime precedenti che indicavano una riduzione di un punto percentuale nel 2025. L’inflazione, secondo le nuove previsioni, dovrebbe attestarsi al 2,5% nel 2025, rispetto al 2,1% previsto a settembre. Il “dot plot” della Fed, che illustra le previsioni sui tassi d’interesse, ha suscitato reazioni negative tra gli investitori, preoccupati per la possibilità che i tassi rimangano più elevati del previsto. Inoltre, la Fed ha avvertito che l’inflazione potrebbe risentire delle politiche economiche dell’amministrazione Trump, aumentando le incertezze sulle prossime mosse della banca centrale. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha confermato l’intenzione di rimanere in carica fino alla fine del suo mandato nel 2026, nonostante le tensioni con il presidente eletto Donald Trump, che sembra preferire una politica monetaria più accomodante. In Europa, l’inflazione continua a essere motivo di preoccupazione. A novembre, l’Eurozona ha registrato un tasso annuale del 2,2%, in aumento rispetto al 2% di ottobre, ma in calo rispetto al 2,4% dello stesso mese del 2023. Nell’Unione Europea, il tasso è salito al 2,5%, con i livelli più bassi in Irlanda (0,5%) e i più alti in Romania (5,4%) e Belgio (4,8%). Nel Regno Unito, l’inflazione ha raggiunto il 2,6%, il livello più alto degli ultimi otto mesi, trainata dai costi crescenti nei servizi e nei beni alimentari. Questi sviluppi evidenziano un contesto economico globale caratterizzato da incertezze, con la Fed e le autorità europee impegnate a bilanciare crescita e stabilità dei prezzi.
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