La facies hippocratica di Papa Francesco: cosa è, poteva essere salvato?
Facies hippocratica, se ne parla da giorni a proposito dei segnali che potevano essere letti nell’aspetto provato e affaticato di Papa Francesco, così evidente anche nel giorno di Pasqua, quello della sua ultima apparizione. Si è parlato e scritto della sua facies hippocratica. Ma cosa è? Un segno clinico descritto da Ippocrate nel Prognostico, caratterizzato da occhi infossati, naso affilato, tempie incavate, pelle grigio-pallida e disidratata, orecchie fredde e tese. ha sempre rappresentato un indicatore di condizioni critiche, spesso associato a pazienti in fase terminale per patologie come peritonite, gravi emorragie, insufficienze cardiopolmonari o danni cerebrali acuti.
Ma perché se ne è parlato nel caso di Papa Francesco? Durante le sue ultime apparizioni pubbliche prima della morte, per molti il Papa presentava i tratti tipici della facies ippocratica: volto scavato, occhi infossati, pelle disidratata e naso affilato. Questi segni, osservati da numerosi osservatori ed esperti medici, hanno alimentato il dibattito sull’imminenza del decesso, poi avvenuto per l’ictus emorragico seguito dal coma e dal collasso cardiocircolatorio. Un termine che è diventato virale sui motori di ricerca dopo la sua morte.
Poteva essere d’aiuto, nel suo caso? In realtà la facies ippocratica non è una diagnosi ma un segnale d’allarme, soltanto utile per riconoscere un peggioramento clinico.
Probabilmente, anche con una tempestiva osservazione del segno da parte dei sanitari che lo hanno seguito costantemente in questi mesi, il suo destino sarebbe rimasto infausto, per l’imprevedibilità e la gravità di quanto accaduto all’atto del suo ultimo risveglio.
Questo aspetto rimane comunque rilevante in medicina. Storicamente, questo segno è stato utilizzato per anticipare prognosi negative, soprattutto in assenza di terapie avanzate. Oggi, pur mantenendo un valore descrittivo, viene interpretato nel contesto di parametri clinici più ampi (esami strumentali, parametri vitali) e la sua presenza richiede comunque valutazioni urgenti, poiché segnala un’alterazione critica della perfusione tissutale e dell’equilibrio metabolico.
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