La “fabbrica dei bambini”: spunta un tenente colonnello che fa pressing sull’avvocata di Bevilacqua
La storia della “fabbrica dei bambini” in Brasile che L’identità sta raccontando ha avuto per recenti sue battute le scomposte accuse del sindaco di Pedras Grandes Agnaldo Filippi e del sacerdote proprietario del Castelo Belvedere, Padre Nivaldo Ceron, a quanti si sono semplicemente adoperati per la ricerca della verità completa su questa vicenda.


Filippi ha scritto al ministero della Giustizia del suo Paese e all’ambasciata italiana a Brasilia, Ceron è stato difeso dal vescovo di Tubarao, nel persistente silenzio della Santa Sede sulla sua figura e sul suo operato.

città legata a Pedras Grandes da un Patto di amicizia


Prima di tutto questo c’è stato, però, pure un singolare e inquietante episodio che ci racconta l’avvocato Nunzio Bevilacqua, mantenendo il riserbo sull’identità della sua avvocata civilista che ne è stata obbligata protagonista.


sul suo assistito
“Per quanto riguarda il “coinvolgimento” del ministero della Giustizia – spiega il nostro connazionale – , nelle “anomalie” di Santa Catarina non può non venirci in mente la corrispondenza di “pressione indebita” da parte di un poliziotto militare di Florianopolis sulla mia avvocata familiarista collegata al Consolato Italiano di Rio de Janeiro”.



“Se da un lato Agnaldo Filippi – prosegue Bevilacqua – registrava una conversazione con il mio avvocato penalista Edson Ribeiro, facendo pressioni sintomatiche di un “potere” esulante da quello normale un sindaco, affinché il legale fornisse informazioni riguardo la mia persona in violazione del segreto professionale e addirittura desse una sua “disponibilità” ad una testimonianza contro di me, dichiarava pure di aver attivato il ministero della Giustizia”.


“Ed è qui – precisa Bevilacqua – che nella Santa Catarina dove tutto sembra possibile, Josias Machado Severino, tenente colonnello della Polizia Militare, capo della sezione delle operazioni di sicurezza del Ministerio Pubblico di Florianopolis, scrive una inquietante e “fuori dalle regole” e-mail dal suo indirizzo istituzionale, alla mia avvocata familiarista di Rio de Janeiro. In proposito, Ribeiro riferirà in un audio di non aver “mai visto una cosa del genere in 40 anni di carriera dove ne ho viste davvero tante”. Severino è ex comandante della polizia militare di Braco do Norte, un paese confinante proprio con Pedras Grandes, ed è ora a “servizio” del Ministerio Pubblico di Santa Catarina. Il poliziotto “giudiziario”, prima cerca di fare pressione affinché l’avvocata riferisca di informazioni su di me, in stile tipico “regionale” come fece Filippi con Ribeiro, e altre notizie coperte da segreto professionale. Poi, sottintende che qualora “legittimamente” non collabori alla realizzazione di questa “violazione” che vorrebbe avvenisse per telefono per non lasciare traccia, potrebbe “intravedere”, in pieno abuso di potere, delle “irregolarità” nel corretto procedimento di investigazione di paternità, per una supposta “esposizione” di procuratori di Santa Catarina. Probabilmente riferendosi a Osvaldo Juvencio Cioffi Junior, colui che mi “imbavagliò” privandomi di qualsiasi contraddittorio in un processo civile da “Santa Inquisizione”. Infine – racconta ancora Bevilacqua – , non pago della risposta dell’avvocata che con stupore ribadisce la sua correttezza professionale e chiede una corrispondenza scritta sul punto, l’ex capo del 35esimo battaglione di Braco do Norte corregge il tiro e dice che, benché al suo ufficio “per il momento” non si potevano sollevare censure – in proposito voglio precisare che si tratta di un poliziotto e non di un giudicato da parte di giudici – c’era stato un articolo dell’Adnkronos (forse quello a firma del vice direttore Fabio Insegna) che lo aveva infastidito perché faceva “illazioni” su alcuni giudici di Santa Catarina – qui mi sono domandato perché non abbia chiesto al’Adnkronos di essere intervistato -. Provando a tornare con lei alla carica dicendole che, poiché con i canali ufficiali, quelli legali che probabilmente non sembrano essere graditi in quella regione, non riusciva ad avere informazioni su di me, avrebbe voluto averle da lei in “via confidenziale” per telefono”.

Bevilacqua non commenta oltre questo episodio che è oggettivamente sconcertante. Per L’Identità un’ulteriore prova di quanto sia necessario fare chiarezza completa su tutto quanto è accaduto e continua ad accadere, in Brasile e in Italia.
Per questa volta concludiamo pubblicando qui sotto la video- ricostruzione di un messaggio audio con il quale l’avvocato di Bevilacqua, Edson Ribeiro, aggiornava tempo fa l’allora addetto alla Sicurezza dell’ambasciata italiana a Brasilia, il colonnello dei Cc Lucio Pica, circa il tentativo a vuoto fatto incontrando un delegato della Polizia Federale di Florianopolis per rappresentargli le evidenze emerse dalla indagine investigativa condotta in Brasile per conto di Bevilacqua. Ribeiro ringrazia Pica di avergli creato l’incontro, riferendogli però il sostanziale immobilismo del suo interlocutore alla cognizione della documentazione.
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