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La “fabbrica dei bambini” in Brasile: ecco cosa ci disse Edson Ribeiro 5 mesi fa

di Angelo Vitale -

Edson Ribeiro, avvocato penalista di Nunzio Bevilacqua e presidente Anacrim, associazione dei penalisti dello Stato di Rio de Janeiro


La “fabbrica dei bambini”: in Brasile, dopo l’accelerazione della vicenda imposta dal via delle puntate del programma “Le Iene” con Roberta Rei che hanno portato le telecamere nelle terre per mesi citate negli articoli de L’identità dedicati alla truffa denunciata dall’avvocato italiano Nunzio Bevilacqua, non ci sono state solo, in “stile tipico”, minacce gravi ed offese all’indirizzo del nostro connazionale.

Nel mirino anche la stampa italiana nella quale, come si addice ad un Paese democratico ove vige, per costituzione, la libertà di stampa, ogni testata è stata libera di valutare indipendentemente i fatti e di darne notizia ai propri lettori.

Fatti molti dei quali espressi in modo pubblico, in periodi non “sospetti”, dall’avvocato Edson Ribeiro, alcuni dei quali presenti anche in atti ufficiali di investigazione a sua firma. Fatti emersi da ulteriori indagini delle testate giornalistiche nella Rete. Fatti che, per quanto ci riguarda e se richiesti, potremo anche dettagliatamente esporre all’autorità giudiziaria italiana.

Nessun bavaglio, come quello al supremo diritto di difesa che il nostro connazionale denuncia gli sia stato imposto in Brasile, potrà mai essere messo alla libertà di cronaca italiana, né tantomeno da un Paese straniero. E la “non ingerenza nelle questioni interne di uno Stato” non può considerarsi a senso unico come qualcuno vorrebbe.

A Pedras Grandes, nelle parole del sindaco Agnaldo Filippi, a nostro parere, è avvenuto il tentativo di una narrazione alternativa a quella articolatamente emersa nei mesi. Una narrazione incentrata attraverso una “strana” chiamata telefonica (preordinatamente registrata al fine di una pubblicazione sulla stampa locale, prima accondiscendente e poi segnata da una improvvisa cautela), che approfondiremo successivamente in ogni suo dettaglio.

Autore di questa narrazione “alternativa” un rappresentante di un ente locale – Pedras Grandes gemellato con Belluno – nella telefonata ad un avvocato criminalista, Edson Ribeiro il quale avrebbe, tra l’altro, un obbligo di segreto professionale di riservatezza sul proprio cliente e sul caso da lui seguito, anche dopo l’eventuale cessazione d’incarico. Si è indicato apoditticamente, in un incondizionato auspicio di inconfutabilità, che “nulla esisterebbe” del caso, solo perché non si è arrivati ad un accertamento definitivo. Lo ha rilevato lo stesso Ribeiro nella nota di rettifica al periodico brasiliano che aveva pubblicata, inizialmente, la telefonata in un formato più ampio.

Ribeiro ha citato l’impossibilità di utilizzazione di strumenti di indagine di polizia per far fronte ad una totale mancanza di collaborazione – in un contesto omertoso o comunque indifferente, attraverso una netta chiusura, a quanto ogni volta veniva indicato – per l’accertamento della verità da parte di qualunque persona coinvolta in questa storia, anche come semplicemente informata sui fatti. Fattore che i lettori di questa storia sulle nostre pagine online hanno imparato a conoscere.

Oggi, a semplice e minima memoria, pubblichiamo qui sotto un estratto dell’intervista che l’avvocato Edson Ribeiro (il noto criminalista brasiliano che – va ricordato ancora una volta – era stato incaricato da Bevilacqua di svolgere un’attività di investigazione difensiva sul posto e per fare chiarezza sulla denunciata frode processuale subita dal nostro connazionale) ci aveva rilasciato nel settembre scorso.

Pubblichiamo nuovamente un frame dell’intervista esclusiva già diffusa nel settembre 2024. Per i dettagli, al link


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