Attualità

La “fabbrica dei bambini”: il silenzio del Vaticano, l’inerzia totale che non aiuta la verità

di Angelo Vitale -


Il silenzio del clero brasiliano rispetto a domande che lo stesso Vaticano dovrebbe porre ai suoi rappresentanti, la sostanziale inerzia delle nostre rappresentanze in Brasile compulsate da un cittadino italiano – l’avvocato Nunzio Bevilacqua – che si ritiene vittima di una truffa di cui possono cadere vittima anche altri italiani, la pari inerzia delle forze dell’ordine brasiliane raggiunte grazie all’interessamento di un generale dei carabinieri: la storia della “fabbrica dei bambini” in Brasile ha mille dettagli, trascorsi e tuttora presenti, che non chiariscono per nulla i fatti.

Qualche giorno fa abbiamo raccontato la vicenda di una denuncia introvabile negli uffici giudiziari della Capitale per la quale Bevilacqua ha richiesto chiarimenti. Un mese fa Edson Ribeiro, l’avvocato penalista che per 15 mesi in quattro Stati del Brasile ha svolto indagini difensive per conto di Bevilacqua, denunciava quanto sopra in una intervista all’agenzia Dire, che ripubblichiamo.

Nessun sostegno o intervento dello Stato italiano – denunciava – circa la vicenda in cui era incappato Bevilacqua. La quale, nonostante i numerosi ostacoli che ha incontrato, vede ora gli episodi denunciati dal nostro connazionale incardinati lì in Brasile in un processo civile dal quale emergono però particolari di grave interesse, come abbiamo ampiamente e ripetutamente raccontato.

All’agenzia Dire Ribeiro racconta di una console italiana che non conosce la lingua portoghese, che lo ascolta ma su nulla interviene, potendo consigliare solamente al team incaricato dal nostro connazionale e già costituito da cinque avvocati tra quelli italiani e brasiliani – a quanto ci riferisce ora Bevilacqua – l’indicazione di un ulteriore legale tra quelli di fiducia del Consolato. Di un generale dei Cc – Bevilacqua ci riferisce che l’alto ufficiale dell’Arma era all’epoca in servizio presso l’ambasciata d’Italia in Brasile – che indirizza prima Bevilacqua a Sao Paulo presso un primo e poi direttamente Ribeiro presso un secondo importante delegato della polizia federale brasiliana direttamente a Florianopolis. Anche da loro, nessun intervento. E il secondo si rifiuta anche di visionare gli atti confidenziali raccolti da Ribeiro su accadimenti gravi nella zona di Santa Catarina.

Un’inerzia indifferenziata. Di fronte ad essa e di fronte ai riflessi che in Italia sta vivendo la vicenda della “fabbrica dei bambini”, Bevilacqua non arretra di un passo e chiede verità e chiarimenti.


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