La difesa europea al centro del convegno in Senato sul generale Graziano
Un convegno in ricordo del generale Claudio Graziano, organizzato al Senato dal capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, è diventata un’occasione per affrontare uno dei temi più caldi del momento, quello della difesa europea. Il dibattito, che ha preso le mosse dalla presentazione degli atti del convegno ‘Difesa europea, il nostro futuro’ che ha avuto luogo lo scorso anno, si è svolto alla presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, del sottosegretario alla Difesa Matteo Perego, dei vertici delle forze armate italiane, come l’ammiraglio Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato, l’ammiraglio Credendino, Capo di stato maggiore della Marina Militare, il generale Goretti, Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, il generale Camporeale, Sottocapo di stato maggiore dell’Esercito e del generale Figliuolo, numero due dell’Aise.
Nel suo intervento, la seconda carica dello Stato, che da ministro della Difesa aveva scelto proprio Graziano come capo di gabinetto per poi indicarlo al vertice dell’Esercito, ha ricordato come Graziano sia stato un “antesignano della necessità di un esercito europeo”, aggiungendo di ritenere che “quello che sta avvenendo in questi giorni gli sta dando ampiamente ragione. Ha sempre pensato che occorresse una capacità difensiva europea, alleabile e alleata, ma con una propria identità e autonomia”. Sul punto Gasparri si è detto convinto che “la difesa europea è nel nostro destino”, evidenziando come il dibattito odierno non faccia che riprendere un tema che “aleggia dal 1954, quando fallì purtroppo la Ced, la Comunità europea di Difesa, proposta da De Gasperi e respinta dai francesi”. Per il presidente dei senatori azzurri il percorso è già tracciato perché “senza difesa non ci sono democrazia e libertà. L’Europa dovrà fare i conti con questo tema, valorizzando la Nato, realizzando integrazioni, trovando le forme”.
Sui costi del progetto tanto discusso sia nelle istituzioni europee che in quelle italiane, si è invece soffermato l’ammiraglio Cavo Dragone, facendo presente che “una difesa europea più corposa, efficace, comporta spese”, mentre finora “abbiamo speso troppo poco, questo è sotto gli occhi di tutti”. L’ammiraglio parla della necessità di un impegno economico pari al 3% del Pil, una percentuale che definisce “metabolizzabile” e che potrebbe essere assolutamente realistica, anche in considerazione delle richieste Usa di un incremento della partecipazione europea al bilancio Nato.
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