Politica

PRIMA PAGINA-La cyberdifesa del Made in Italy

di Giuseppe Ariola -


Maggiore è il livello di digitalizzazione e più aumentano i rischi ad essa connessi, da qui la necessità di potenziare la nostra cyberdifesa. Basti pensare all’intelligenza artificiale che rappresenta senz’altro un importante passo verso il futuro, ma che non manca di presentare anche alcuni elementi critici. È sulla scorta di queste considerazioni che l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, guidata dal Direttore Generale Bruno Frattasi, e il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, guidato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alberto Barachini, hanno messo in piedi una campagna istituzionale – che partirà tra due settimane – tesa a incentivare le piccole e medie imprese italiane a investire sulla sicurezza informatica. Lo slogan utilizzato è oltremodo eloquente, “Accendiamo la cybersicurezza. Proteggiamo le nostre imprese”. Non è, infatti, più una novità che i dati sono diventati uno degli ingranaggi fondamentali del grande motore dell’economia alla cui base, per quanto riguarda l’Italia, ci sono proprio le pmi. Da qui l’esigenza di investire, sia dal punto di vista tecnologico che da quello della formazione del capitale umano, nella sicurezza cibernetica. Il dato relativo all’aumento degli attacchi informatici alle aziende italiane nel 2023 è pari addirittura al 625%, un numero spaventoso generato per lo più da aree russofone. Il sottosegretario Barachini, nel corso della presentazione della campagna istituzionale che si è svolta ieri presso la Sala Monumentale di Palazzo Chigi, ha sottolineato come questi attacchi abbiano per lo più degli “scopi politico-dimostrativi”. Ciononostante, pur non arrecando danni concreti, non devono essere in alcun modo sottovalutati, perché sono “finalizzati a testare l’effettiva capacità difensiva dell’azienda presa di mira”, ha ammonito il titolare della delega all’informazione e l’editoria. Oltre a “costruire la consapevolezza del crescente pericolo dei cyberattacchi che è uno dei target principali di questa campagna istituzionale”, come ha ricordato ancora Barachini, tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è anche quello di “lavorare per ridurre la minaccia sollecitando le aziende a denunciare, perché molte tendono a risolvere la questione in proprio per motivi reputazionali”, ha aggiunto. Sul punto è intervenuto anche il Direttore Generale dell’Acn, sottolineando che il “fenomeno del ransomware, l’estorsione telematica, è in grande aumento e “si sta affermando il rifiuto del principio di negoziazione, ne abbiamo parlato anche alla riunione del G7 cyber, ma le piccole e medie imprese fanno fatica a resistere al tentativo dell’attaccante di estorcere denaro”. Per Frattasi bisogna però fa capire che questo atteggiamento pone “le basi per una perpetuazione del fenomeno” che le piccole e medie imprese “alimentiamo attraverso il pagamento di questi ricatti. E i proventi dei riscatti verranno impiegati dagli attaccanti per rafforzare la loro capacità di offensiva”. Frattasi fa un paragone ricordando come “nella stagione dei sequestri” per rispondere al problema del pagamento dei riscatti si rese necessario procedere con il congelamento dei beni delle famiglie dei rapiti. Sul fronte della cyberdifesa, invece, è possibile giocare in un’ottica preventiva e tanto più “in vista dell’imminente recepimento della Direttiva NIS 2 che amplierà notevolmente i settori coinvolti, è essenziale – ha detto ancora il direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – che le pmi aumentino il loro presidio di sicurezza riducendo l’esposizione alle minacce informatiche e mitigando gli impatti di eventuali attacchi cyber, al fine di salvaguardare la produttività e gli investimenti fatti”. Infine, sul fronte delle risorse a cui le imprese possono accedere per potenziare le proprie difese informatiche, il sottosegretario Barachini ha ricordato come ci siano diversi bandi europei finalizzati allo sviluppo delle tecnologie digitali tra le quali rientra, ovviamente, anche la cyberdifesa.


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