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La Corte Ue richiama sui balneari: ombrelloni a rischio

di Angelo Vitale -


Balneari, la storia infinita nel possibile mirino della Corte Ue. All’inizio del 2024, il governo aveva avviato un’interlocuzione con l’Europa, ipotizzando di sbrogliare l’intricata vicenda entro l’inizio dell’estate. In una lettera, l’auspicio di “concludere un primo confronto” con gli enti locali entro maggio. Un obiettivo saltato. Che ora l’Ue rammenta, rilevando che “il parere motivato” spedito a Palazzo Chigi nel novembre scorso “è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia dell’Unione europea”.

E ora il governo intende accelerare quanto necessario. A breve, il Consiglio dei ministri farà – così si apprende – il punto definitivo sul riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, per determinare con chiarezza il quadro giuridico cui dovranno adeguarsi gli operatori e le amministrazioni locali.

Una materia intricata e di difficile soluzione, il governo non se lo nasconde. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto definisce “complesso” il confronto partito. Chiarendo che in tema di concessioni balneari è in corso la disamina “sul parere motivato della Commissione europea che va avanti, con le sue complessità”. Mentre è alle porte la protesta annunciata per venerdì 9 agosto proprio davanti a Palazzo Chigi da parte del Sindacato italiano balneari e della Federazione italiana balneari. La rivendicazione diffusa dagli operatori è perentoria: “Se il governo e il parlamento vanno in ferie senza approvare una legge che tuteli la balneazione italiana attrezzata, noi chiuderemo gli ombrelloni”.

Sulla questione, una fuga in avanti della Regione Emilia-Romagna, che surriscalda la vicenda all’insegna della polemica anche politica: “Sui balneari faremo da soli”. “Il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito – dice l’assessore al turismo Andrea Corsini, che ha convocato i Comuni costieri -. Ora prendiamo in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro, salvando imprenditori e le nostre spiagge”. “Ci baseremo sul decreto Draghi – aggiunge – per risolvere una questione che riguarda oltre 1.500 imprese, intere famiglie. E dobbiamo farlo noi, visto che questo governo non ha fatto finora nulla”.


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