La Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di David Parenzo che a La Zanzara diffamò il ristoratore Polegato
La Corte d’Appello di Milano ha respinto il ricorso presentato da David Parenzo, noto giornalista e co-conduttore del programma radiofonico La Zanzara su Radio 24, confermando la condanna per diffamazione a danno del ristoratore Ferdinando Polegato e di sua moglie Teodora Foscato.
La sentenza, che fa seguito al verdetto di primo grado, ha riconosciuto la responsabilità di Parenzo per le dichiarazioni rilasciate nel corso di una puntata del 28 febbraio 2020, in cui il giornalista avrebbe definito il ristoratore “evasore fiscale” e pronunciato frasi offensive sulla presunta mancanza di igiene nella cucina del locale di Polegato, il ristorante “Da Teodora” a Sequals.
Le conseguenze legali
Parenzo era già stato condannato in primo grado a una multa di 1.500 euro e al risarcimento del danno, da definire in sede civile, con una provvisionale di 15.000 euro. La Corte d’Appello ha ora confermato tale decisione, aggiungendo l’obbligo per il giornalista di coprire le spese processuali e di costituzione di parte civile, quantificate in 2.470 euro più ulteriori 142,68 euro per spese di trasferta.
Le dichiarazioni incriminate
Gli episodi di diffamazione contestati risalgono a un periodo in cui il ristoratore aveva acquisito notorietà per il “Tiramidux”, un dolce servito con l’effigie di Benito Mussolini. Durante una trasmissione, Parenzo aveva dichiarato: «Andassero tutti i Nas a controllare che quello lì è un evasore fiscale dichiarato, e sono sicuro che anche in cucina si mette le dita nel naso e nel c… prima di fare il tiramisù».
Queste affermazioni hanno portato all’apertura di un procedimento penale conclusosi con la conferma della condanna in appello.
Le reazioni di Polegato
Ferdinando Polegato, assistito dall’avvocato Francesco Ribetti, ha espresso soddisfazione per il verdetto: «La sentenza conferma come le dichiarazioni di David Parenzo abbiano superato il limite della normale dialettica politica e satirica, assumendo un carattere puramente denigratorio e diffamatorio. Le accuse gratuite non hanno solo leso la mia immagine, ma anche quella di mia moglie e della mia attività ristorativa».
Il legale di Parenzo, l’avvocato Caterina Malavenda, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla decisione della Corte d’Appello.
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