Attualità

La Cgia contro i giganti stranieri del web e i player italiani che versano al Fisco solo briciole

di Giorgio Brescia -


L’associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre prova a lanciare un sasso, come Davide contro Golia, nei confronti dei colossi del web da anni chiacchierati per i loro mancati versamenti al Fisco. Fino alla fine dell’anno scorso, rileva la Cgia, hanno continuato a trasferire buona parte degli utili ante imposte realizzati in Italia nei Paesi a fiscalità di vantaggio. Il risultato? L’Erario ha incassato da queste company solo le briciole.

Che la Cgia passa sotto la sua lente: “Se le nostre piccole imprese pagano ogni anno 24,6 miliardi di tasse – denuncia – le 25 multinazionali del web presenti in Italia invece, ne versano molte meno: secondo l’Area Studi di Mediobanca, solo 206 milioni di euro, includendo anche la digital service tax”. Una comparazione che – ammette – non ha alcun rigore scientifico ma che dà il segno dell’elusione che dura da anni. E la prova “che, in Italia, alle grandi multinazionali, in questo caso tecnologiche, continua a essere riservato un prelievo fiscale ingiustificatamente modesto”.

Strali che la Cgia non indirizza solo ai giganti stranieri del web. Grandi player italiani “sfruttano la fiscalità di vantaggio concessa ancora adesso da molti Paesi europei. Da alcuni anni hanno trasferito la sede fiscale o quella legale, magari solo di una consociata, all’estero. Molte di queste hanno deciso di spostare la sede legale nei Paesi Bassi (l’holding Stellantis ha la sede legale ad Amsterdam, ndr), ad esempio, perché lì è possibile beneficiare sia di una legislazione societaria molto favorevole – che permette agli azionisti storici di avere il doppio dei voti in assemblea, modalità che consente di difendersi meglio da eventuali scalate provenienti da investitori stranieri – sia, eventualmente, di un trattamento tributario alquanto generoso, che il governo olandese riserva a ogni big company disposta ad aprire la sede fiscale ad Amsterdam. Con queste operazioni, formalmente ineccepibili da un punto di vista fiscale-societario, si è però ridotta la base imponibile di coloro che pagano le tasse in Italia”.


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