Politica

L’ANALISI – La censura Pd contro Povia viola la Costituzione

di Redazione -


di CARLO GIOVANARDI
La storia è (giornalisticamente) nota. Il Sindaco di Nichelino Gianpiero Tolardo (Pd) ha cancellato l’esibizione del cantante Povia alla festa patronale di quel paese dopo aver riscontrato “posizioni troppo diverse” tra i valori della sua Comunità e quelli invece manifestati da Povia, soprattutto nelle parole della sua più famosa canzone “Luca era Gay”. Basta andare su Internet e leggere le parole della canzone per non trovare nulla di quello di cui parla il Sindaco ma invece il ricordo di un amore con un uomo durato quattro anni e poi la scoperta di un amore eterosessuale (specificando che nella storia precedente non c’era stata “nessuna malattia” e “nessuna guarigione”). La canzone poi conclude dicendo “ma adesso sono padre e sono innamorato dell’unica donna che io abbia mai amato”. Quello che meraviglia in questa decisione del Sindaco è una censura in un Comune italiano di un cantante per le parole di una canzone che è in perfetta sintonia non con precetti religiosi ma con i principi della nostra Costituzione laica e repubblicana, a cominciare dall’articolo 21, “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, e dall’articolo 33: “L’arte e la scienza sono libere”. Di più, con il testo della Costituzione in vigore (che il Parlamento può sempre modificare) nella nostra legislazione è stata inserita la possibilità di Unioni Civili tra persone dello stesso sesso ma con il Matrimonio riservato esclusivamente alle coppie eterosessuali (come ha ribadito la Corte Costituzionale), per le delicate questioni che riguardano i figli e le pratiche di utero in affitto, proibite in Italia ma permesse in alcuni Paesi esteri. Povia ha replicato al Sindaco dichiarando di essere “a favore dei diritti e delle libertà di tutti, compresi i gay”, e di non aver mai parlato di aborto ma se fosse contrario, ha sottolineato “non posso cantare?”. Infine Povia si è rivolto al Sindaco Tolardo per essere invitato alla Festa del 20 settembre chiedendogli “in un momento in cui c’è tanto odio di tutti contro tutti, di fare un passo indietro per la pace”. Mi associo come ex Ministro e Sottosegretario, che ha giurato più volte nelle mani del Capo dello Stato fedeltà alla Costituzione, all’appello di Povia, perché venga cancellato un atto di odiosa censura nei suoi confronti, in palese contraddizione con i principi e i valori del nostro ordinamento democratico, nato proprio dalla Resistenza al totalitarismo nazifascista.


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