Politica

La casa di Lady Soumahoro e la coop gemella a Bruxelles

di Rita Cavallaro -



Un appartamento di lusso, al civico 162 di Avenue Louise, la via più famosa e chic di Bruxelles, poi una residenza a Ixelles, affittata come base della coop gemella di casa Soumahoro che la suocera del deputato con gli stivali amministra con un noto giornalista per fare affari anche in Europa. E quei viaggi lampo in macchina dal Belgio alla Svizzera, tracciati grazie ai pagamenti al casello con la carta di credito. Su tutto un fiume di denaro in contanti distratto dalla Karibu, oltre a quello utilizzato per le spese folli personali. Più si scava nell’inchiesta sulle coop dell’accoglienza gestite dalla famiglia di Aboubakar Soumahoro e più l’affare si complica. Tanto che ora la Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi ha eseguito gli arresti domiciliari per Liliane Murekatete e sua madre Maria Therese Mukamatsindo, punta i riflettori sulla vita dorata di Lady Soumahoro a Bruxelles e sulle operazioni societarie della madre in Belgio.

Gli investigatori seguono i soldi, che portano dritti a Rue de Hennein 58 di Ixelles dove, dall’8 febbraio 2019, ha sede la Karibuni Asbl, costituita da Maria Therese insieme al giornalista belga di origine ruandese Roger Henri Dèsirè N’zouzi e all’attivista dell’African Diaspora Youth Forum, Tiffany Djamila Edith Fevery. La società è stata classificata come un’associazione senza scopo di lucro e nell’atto costitutivo, depositato nel registro delle imprese e presso la National Bank of Belgium, precisa: “Trae ispirazione dal lavoro svolto nel corso dei diversi anni dalla cooperativa sociale Karibu (via Umberto 1, 106 in Sezze, Latina, Italia) nel campo dell’accoglienza, dell’inserimento socio-professionale e del sostegno delle persone in difficoltà per aiutarle a prendersi cura di sé nella nostra società così complessa”.

I sottoscritti si impegnano poi a mettere in atto la mission della società, una gemella della Karibu su cui ora sono puntati i riflettori investigativi, al fine di accertare se anche quell’azienda, che aspirava ai fondi europei per l’integrazione e l’accoglienza, possa essere stata amministrata con lo stesso stile della famiglia, ovvero, come scrive il gip, con “elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale a gestione familiare”. D’altronde, secondo le accuse e le centinaia di pagine di spese illecite, lady Soumahoro e sua madre avrebbero distratto per scopi personali milioni di euro dalla coop di Latina, che aveva vinto bandi per almeno 65 milioni e lasciava gli immigrati in strutture fatiscenti, senza riscaldamento e con cibo scadente. Tra il 2017 e il 2022, nelle casse della Karibu, erano entrati così tanti soldi dall’emergenza che soltanto dalle spese rendicontate con bonifici e carte di credito sarebbe stati distratti oltre 920mila euro.

Senza contare il fiume di denaro inviato in Ruanda a Richard Mutangana, il cognato di Soumahoro che nel mentre aveva aperto un supermercato e un ristorante-resort di lusso a Kigali. E poi ci sono le centinaia di migliaia di euro ritirati in contanti. Anche a Bruxelles, dove le tracce bancarie della coop portata quasi alla bancarotta hanno svelato la bella vita di Liliane. Che il lussuoso appartamento in Avenue Louise fosse per lei è scritto nero su bianco. C’è un bonifico del 14 luglio 2019, di euro 4.442,57, giustificato come “costi progetto internazionalizzazione” ma che, nella causale, reca “rata PV DV/21914 8 4 Matis Chantal/Murekatete Liliane” proprio per Avenue Louise. La stessa cifra è stata bonificata dalla Karibu con la medesima causale dieci giorni dopo e ancora 4.500 euro per “Matis Chantal/Murekatete affitto” il 25 agosto 2019. Una casa che certamente rispecchia lo stile di vita dorato di Lady Soumahoro, che il 18 luglio avrebbe pagato con la carta della coop ben 2.804,20 euro a un negozio di elettrodomestici. Altri 1.633,38 sono stati spesi in contemporanea alla nascita di Karibuni per arredare l’altra casa belga, per il cui “affitto Liliane Ixelles” risulta un pagamento di 3.900 euro il 30 aprile 2019. E tra spese per ristoranti e gioielli, nel mirino uno strano movimento, che potrebbe aprire la strada al filone svizzero, anche in relazione all’elevata quantità di contanti svaniti nel nulla.

Sotto la lente c’è il 4 ottobre 2017: dopo un prelievo al bancomat, destinazione Svizzera con l’auto via autostrada, e tanto di pagamenti ai caselli, per poi pernottare al Dorint Hotel di Basel, per una spesa di 228,98, e il giorno dopo di nuovo a Bruxelles, per riprendere un volo il 7 novembre. Il primo dicembre, infine, le arrestate avrebbero annotato un pagamento di 48.800 euro, di cui non c’è alcuna traccia bancaria, imputandolo all’acquisto di beni mobili oggetto d’asta per il fallimento della National Conserve, un’azienda di frutta e verdura di Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno, dichiarata fallita dal Tribunale di Nocera Inferiore, ma nel gennaio del 2014.


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