Editoriale

La bistecca non bistecca

di Adolfo Spezzaferro -


I nomi delle cose sono importanti – Eco ci ha costruito Il nome della rosa fin dalla citazione latina che apre il celebre romanzo: Stat rosa pristina nomine, “la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi”. Oggi invece si gioca fin troppo con le parole, puntando sullo stravolgimento della forma per rifondare il senso del termine, mutare il significato a proprio piacimento. L’ideologia woke e il politicamente corretto ci hanno costretti a una tempesta di parole snaturate, monche, innestate con simboli strani. A farne le spese – oltre a mettere a dura prova la pazienza di chi come noi è della vecchia scuola – è la comprensione generale. Come se non bastassero le varie “dottora”, “car* amic* vicin* e lontan*”, ci si mette pure l’Unione europea. Tanto che ora il nome di alimenti che tradizionalmente sono associati alla presenza di prodotti di origine animale potrà essere utilizzato per indicare anche cibo integralmente vegano. In sostanza, ora è permesso indicare sull’etichetta di un cibo “bistecca” o “salsiccia” anche se l’alimento sarà composto da proteine di esclusiva natura vegetale. È una versione più formale ed elegante, ma altrettanto fuorviante, del “parmesan” cinese (parmigiano taroccato) o del “prosek” croato spacciato per le amate bollicine venete. Come è possibile che siamo arrivati alle salsicce vegane senza che ci sia scritto a chiare e grandi lettere che sono tali? Con l’ultima sentenza emessa dalla Corte di giustizia dell’Ue, che si è pronunciata sul caso di quattro aziende che producono alimenti vegetali e vegani, che avevano contestato la natura di un decreto del governo francese governo di Parigi, che vietava di denominare con la parola “bistecca” o “salsiccia” alimenti vegani anche con l’aggiunta di elementi di chiarimento come “vegetale”, “di seitan”, oppure “di soia”. Ebbene, la Corte ha decretato che fino al momento in cui non si stabilisce dal punto di vista giuridico cosa sia concretamente una “bistecca” o una “salsiccia”, non si possono costringere i produttori a specificare se tali cibi siano di origine animale o vegetale. Una disputa filosofica e filologica di elevatissimo livello accademico. Il cui risultato è l’enorme confusione per chi fa la spesa al supermercato. Questioni di lana caprina (vegana).


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