Itinerari d'identità

La Befana napoletana

di Angela Arena -


Sarà un’epifania made in Italy quella che ci attende il prossimo 6 gennaio, così come ci attende la vecchina a cavallo di una scopa che incarna la figura della Befana, legata ai riti agresti celebrati durante le calende di gennaio nell’antica Roma. Ma, se in base ad arcaiche ed apotropaiche credenze divinità femminili alate sorvolavano i campi per propiziarne il raccolto, ad incoraggiare il turismo nel Belpaese sono invece le previsioni di Federalberghi che segnalano 1 milione di viaggiatori nel primo weekend del 2025. I dati più eclatanti si registrano a Napoli e sembrano smentire il famoso motto secondo cui “l’epifania tutte le feste porta via”: l’assessorato al Turismo stima che il Giubileo porterà nel Comune partenopeo 18 milioni di visitatori. La Festa della Befana è particolarmente sentita all’ombra del Vesuvio, dove in un mix di tradizione e folklore la città si trasforma in un magico palcoscenico di eventi tra luoghi suggestivi, come i mercatini della Befana a Piazza Mercato, fulcro delle celebrazioni per l’Epifania: qui secoli di storia s’intrecciano con spettacoli dal vivo, concerti e laboratori creativi per bambini e la Notte Bianca del 5 gennaio. Altra tappa imperdibile sono i mercatini di San Gregorio Armeno, cuore pulsante dell’arte presepiale napoletana, dove ammirare non solo le uniche statuette esposte dalle iconiche botteghe, ma anche eventi speciali, come le dimostrazioni dal vivo degli artigiani, in una colorita atmosfera intrisa dall’aroma dei dolci tipici napoletani, come roccocò, mustacciuoli e struffoli che, sebbene ambasciatori del gusto natalizio partenopeo nel mondo, non sono stati inventati a Napoli. Le gustose frittelle ricoperte di miele e confetti colorati, altro non sono che il prodotto della contaminazione di antiche culture gastronomiche diffuse nel mediterraneo. Da tempo immemore le origini degli Struffoli sono materia di dibattito, la maggior parte dei quali è concorde nell’attribuire la genesi alla civiltà ellenica dal momento che ‘Neapolis’ era uno dei più importanti centri della Magna Grecia. Secondo un’altra teoria, la specialità è stata introdotta in città dai dominatori Spagnoli a partire dal XVI secolo: ancora oggi in Andalusia si prepara il Piñonate, dolce molto simile agli struffoli, a forma oblunga. Certo è che il merito di averne preservato la tradizione e l’evoluzione è dei numerosi conventi presenti in città. Se in occasione delle ricorrenze le monache ne facevano omaggio alle famiglie nobili per ingraziarsele, ora mangiare gli Struffoli a Capodanno è anche gesto di buon auspicio.


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