Giustizia

La battaglia dei “tribunalini”, proteste per il piano Nordio

di Ivano Tolettini -



È la battaglia pro e contro la riapertura di alcuni “tribunalini” in Italia. Poco importa che il servizio giustizia stia migliorando, come spiegano i numeri ministeriali. “Il problema è la scopertura del personale, che nei tribunali del Veneto arriva al 40%, non l’apertura di nuove sedi, perché c’è una relazione tra l’aumento del personale, soprattutto amministrativo, e l’incremento della produttività”, afferma Carlo Citterio, presidente della Corte d’Appello del Veneto. Egli snocciola numeri inequivocabili al convegno sulla “Revisione della geografia giudiziaria: un pericoloso ritorno al passato?”, organizzato a Vicenza dal Comitato per una giustizia di qualità, presieduto dall’avvocato Gaetano Crisafi. Un timore che la giunta veneta dell’Anm, per bocca del sostituto procuratore Alessandra Block, così sintetizza: “L’istituzione del Tribunale della Pedemontana, a Bassano del Grappa, è un progetto inutile, anacronistico e addirittura, per certi versi, dannoso”. Ma il governatore Luca Zaia e gli europarlamentari di FdI, Elena Donazzan e Sergio Berlato, sostenitori del nuovo Tribunale come le deputate leghista Mara Bizzotto e di Italia Viva, Daniela Sbrollini, replicano che la giustizia di prossimità migliora il servizio. “Perché il ministero ha promesso – dicono i politici – che ci saranno risorse aggiuntive per integrare l’attuale rete giudiziaria”. Sarà così? La verità è che dal 2013 l’accorpamento dei tribunali minori e delle sezioni distaccate in Italia ha comportato un aumento della dimensione media degli uffici giudiziari e una riduzione del numero delle cause e della loro durata. Il servizio giustizia ne ha tratto vantaggio, certificato da un recente studio di Bankitalia. E questo nonostante le piante organiche, che sono di competenza del ministero di Grazia e Giustizia, continuino a piangere. “Prima copriamo quelle”, taglia corto Edmondo Bruti Liberati, già Procuratore capo di Milano ed ex presidente dell’Anm, per il quale “anziché istituire nuovi Tribunali bisognerebbe sopprimere i tribunalini rimasti ancora aperti” . Perché allora tornare al passato? Perché si vuole soddisfare le richieste dei politici locali, come sottolineano i presidenti degli Ordini degli avvocati di Padova e Vicenza, Francesco Rossi e Alessandro Moscatelli, tenuto conto che con il processo telematico e l’intelligenza artificiale sia gli operatori della giustizia (avvocati in primis) che i cittadini, in prospettiva andranno sempre meno nei palazzi di giustizia operando perlopiù da remoto. Ad accendere le polveri del confronto che dovrebbe essere soprattutto di natura tecnica, ma che invece è molto politico, è il disegno di legge a forte spinta leghista che il Guardasigilli trevigiano Carlo Nordio (FdI) dovrebbe portare a breve in Parlamento. Prevede la riapertura di alcuni tribunali in Veneto, Calabria, Piemonte e Puglia, dopo che nel 2012 il governo Monti con la ministra della Giustizia, Paola Severino, aveva soppresso 31 piccoli tribunali, 220 sedi distaccate di tribunali e 667 uffici di giudice di pace. Quella riforma all’epoca fu impopolare, ma che unita ad altre come quella sulla mediazione, ha prodotto in Italia negli anni una radicale riduzione del numero delle cause: dimezzate a 2,5 milioni. Un politico della maggioranza che va controcorrente è il senatore azzurro Pierantonio Zanettin, avvocato, già componente del Csm, esperto di giustizia e di recente in predicato per essere eletto alla Consulta. “Le dimensioni di un Tribunale sono qualità, inutile girarci attorno – afferma -, oggi per reggere quanto previsto dalle leggi deve avere una soglia minima di almeno 50 magistrati, allora il servizio giustizia è davvero efficiente”. Il Tribunale della Pedemontana comporterebbe la riorganizzazione di quelli di Vicenza, Padova e Treviso col rischio di peggiorare il servizio. Decine di sindaci delle tre province lo gridano. “Più è piccola l’organizzazione più cala la produttività”, incalza il presidente del tribunale berico, Luigi Perina, mentre Carlo Citterio a chi invoca una seconda Corte d’Appello veneta, replica: “Oggi ha senso accorpare i Tribunali, anziché moltiplicarli”.


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