Kiev chiude il gas, l’Ue rassicura: quanto ci costa la guerra
Kiev chiude il gas all’Europa e, al di là delle rassicurazioni giunte da Bruxelles, si arroventano le quotazioni sul Ttf di Amsterdam. L’Ucraina, a cominciare dal presidente Volodymyr Zelensky, ha esultato per lo stop all’arrivo di materie prime energetiche dalla Russia fino all’Europa. Per il governo ucraino il mancato rinnovo alle concessioni per Gazprom rappresenta una vittoria. Perché, da un lato, colpisce i conti della Russia. E, dall’altro, coinvolge l’Ue ancora di più nelle sorti del conflitto. Già, perché il grande timore adesso è quello di un ritorno del carovita, dell’impennata dei prezzi. Lo stesso vissuto all’alba del conflitto tra Mosca e Kiev. I segnali che giungono dal Ttf di Amsterdam, a proposito, non appaiono rassicuranti. Il prezzo del gas, difatti, è tornato a oscillare attorno ai 50 euro al megawattora: livelli che non si vedevano dal 2023. Certo, lontani dai picchi raggiunti due anni fa. Ma la paura, almeno tra i consumatori, le famiglie e soprattutto le imprese, per cui il costo della bolletta è diventata un onere più pesante di quello del lavoro, c’è. Eccome. Bruxelles, però, rassicura tutti. Commissione e Stati membri “hanno fatto il punto della situazione”, si legge in una nota. In cui la Dg Energia Ue, dopo aver spiegato che combatterà “la speculazione”, ribadisce che i livelli di stoccaggio attuali sono superiori alla media del periodo (72% contro 69%). Aumenti dovuti al fatto che l’Ue ha aumentato l’importazione di Gnl. Per la gioia di Donald Trump, prevalentemente dagli Stati Uniti. Le nuove rotte del gas passano tramite porti italiani e greci (sul fronte Mediterraneo), tedeschi e polacchi (per il Nord Europa). L’unico Paese Ue che continuerà a ricevere gas russo sarà l’Ungheria, grazie al TurkStream. L’Austria, dopo il caso Ovc-Gazprom, e la Slovacchia sono i Paesi ritenuti più vulnerabili a cui l’Ue ha assicurato rifornimenti adeguati ai consumi. Intanto Federcontribuenti ha svelato le cifre: all’Italia, la guerra in Ucraina (in termini di carovita, inflazione e mancata crescita economica) è già costata fino a sei miliardi di euro. Una cifra di tutto rispetto e che potrebbe aumentare considerando le oscillazioni dei prezzi del gas e i giù annunciati aumenti in bolletta per i clienti a tutele maggiori. Il Cremlino ha commentato i fatti affermando che l’Ue si sta sacrificando per mantenere a galla l’economia Usa. Che i rapporti tra Bruxelles e Washington, oggi come non mai, si facciano ancora più stretti è un fatto. Al punto che Friedrich Merz, leader Cdu dato per prossimo cancelliere tedesco, ha già proposto un nuovo Ttip, ossia un accordo di libero scambio tra Ue e Usa. Che potrebbe rappresentare la prosecuzione, con altri mezzi, della dottrina Lagarde: fare quello che dice la Casa Bianca per evitare l’imposizione dei dazi alla già derelitta economia europea.
Torna alle notizie in home