Kathaleen McCormick, un osso duro per Elon Musk
Un patrimonio di miliardi di dollari, il sogno incessante di andare su Marte, un ruolo di primo piano al fianco del presidente degli Stati Uniti ma poi la strada di Elon Musk continua ad essere lastricata di inciampi. Ad ostacolare il suo cammino, una ennesima volta, i giudici. La sua bestia nera, viene da dire, e non solo per gli attacchi che dagli Usa recentemente aveva lanciato a quelli italiani che avevano rigettato le procedure per i migranti avviati in Albania. Sulla sua strada, per l’ennesima volta a mettersi di traverso, Kathaleen McCormick, giudice del tribunale del Delaware che ha stabilito per la seconda volta che la retribuzione da 56 miliardi di dollari percepita da Musk in qualità di amministratore delegato di Tesla è “eccessiva e ingiusta”.
Uno “stipendio” approvato per la prima volta nel 2018 e nello scorso giugno confermato da un voto che aveva raggiunto il 75% ma che aveva fatto storcere il naso a più di un azionista, dal Fondo della Norvegia al Sistema pensionistico degli insegnanti statali della California.
Per la McCormick, Musk è un “amministratore delegato superstar” che ha il potere di condizionare le votazioni del Cda di Tesla. Decisione che ha scatenato Elon Musk su X: “Gli azionisti dovrebbero controllare i voti delle società, non i giudici”. Parole che hanno provocato milioni di interazioni e una serie di numerosi insulti contro i giudici, mentre Tesla ha fatto sapere di voler appellarsi alla sentenza. La McCormick – deciderà ancora lei? – ha fama di grande fermezza e determinazione. Un vero osso duro per la persona più ricca del mondo.
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