Economia

A CONTI FATTI – John Elkann non conta più niente

di Giovanni Vasso -


John Elkann non conta niente. Non è una provocazione. È la linea dei sindacati. Che, rispetto allo scontro tra governo e Stellantis, culminato col gran rifiuto di Yaki a presentarsi a Roma all’audizione in Parlamento, chiedono alla politica e all’opinione pubblica di non prendersela con il presidente di Stellantis come se ci fosse ancora la Fiat, come se esistesse ancora la famiglia Agnelli. La filastrocca è sempre la stessa: basta rivendicazionismo, bisogna fare ben altro. Magari convocare, di corsa, Macron a Palazzo Chigi. Il nipote dell’Avvocato sta rischiando grosso. Vorrebbe da buon megadirettore, fanno sapere i giornaloni ben informati, che gli italiani, ragionieri e geometri che siano, fossero riconoscenti e che gli dessero ragione. Invece il vento è cambiato. E il trasporto nazionale verso Fiat e consorelle sta scemando. Lo dicono i dati di mercato. Se continua così, davvero John Elkann non conterà più niente. E forse terrà Repubblica e quanto rimane del gruppo Gedi (già smembrato e venduto a pezzi) per sé ancora per un po’.

Il mondo al contrario

Il mondo al contrario. Ma il buon generalissimo Vannacci non c’entra granché. C’è un ministro all’Economia che si bea del fatto che la manovra e le politiche del governo siano state “promosse dai mercati” mentre c’è un’opposizione dem s’alzano strepiti e urla contro le misure avanzate dal Mef e da Palazzo Chigi. Misure, beninteso, che ci ha “chiesto l’Europa” con il nuovo Patto di stabilità. A un osservatore distratto verrebbe da scrollare le spalle: niente di nuovo sotto il sole. Invece, no: al Mef c’è un leghista che in teoria dovrebbe essere populista (ma in realtà non lo è mai stato) come Giorgetti e all’opposizione c’è un insolitamente ciarliero Pd. O tempora, o mores.

Nessuno vuole il Monza del Cav

Il Condor Adriano Galliani rimane col becco asciutto. I figli del Cav, Piersilvio e Marina, non ne vogliono sapere del Monza. E l’hanno messo in vendita il giorno dopo il funerale del loro adoratissimo papà. Da allora si sono susseguite trattative e interessamenti. Fondi, nababbi, armatori epigoni di Onassis. Ma nessuno ha quagliato il tanto atteso closing. L’ultima trattativa fallita è stata con Gamco Investors di Mario Gabelli. “Da loro non è arrivata alcuna offerta”, ha fatto sapere al pubblico l’ex amministratore delegato del Milan degli Invincibili. “Ma Fininvest continuerà a sostenere il club”, ha ribadito per il fastidio dei Berluscones.


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