Attualità

Le controversie e la visione: addio a Jean Marie Le Pen

di Giovanni Vasso -


È morto Jean Marie Le Pen. Il fondatore del Front National, protagonista assoluto, da destra, della politica francese nella Quinta Repubblica (fino al “parricidio politico” messo in atto dalla figlia Marine) è spirato questa mattina. Aveva 96 anni ed era ricoverato in una struttura sanitaria a Garches, nel dipartimento dell’Hauts de Seine dove era ricoverato da qualche settimana. L’annuncio è stato reso ufficiale dalla famiglia. Jean Marie Le Pen ha vissuto una vita politica sempre all’insegna della provocazione e della contrapposizione. Una posizione, appunto, che gli ha permesso di precedere e prevedere quali sarebbero stati i trend politici ed elettorali in tutta Europa. Da autentico outsider, nel 2002, arrivò al ballottaggio contro l’ex sindaco di Parigi e presidente uscente, Jacques Chirac. Superando la sinistra socialista che, dopo quella batosta e gli effimeri successi di François Hollande, non s’è mai più ripresa davvero. In quell’occasione fu forse la prima volta che la politica francese si serrò contro i “barbari alle porte” stringendosi in maniera bipartisan in un patto “costituzionale” a sostegno dello stesso Chirac. Che, ça va sans dire, trionfò a quelle elezioni. Ma per Jean Marie Le Pen, figura fino a quel momento sottovalutata dell’ambiente politico francese, fu una vittoria già staccare il pass per il ballottaggio. Da allora, il Front National ha innescato una marcia che, in pochi anni, l’ha portato a diventare una forza rappresentativa, e non solo di protesta, dell’elettorato transalpino. In vent’anni, l’unica cosa che non è cambiata è stato il cordone sanitario politico teso attorno a Marine e al Rassemblement National. Già, perché la figlia Marine ha avviato un’opera di rinnovamento della classe politica e dell’agenda stessa del partito che l’ha portata, negli anni passati, a un aspro conflitto proprio col padre. Che, pubblicamente, non ha mai fatto mistero di preferirle la nipote Marion Maréchal Le Pen. La stessa che, alle ultime presidenziali, ha compiuto un errore pesante: schierarsi con Eric Zemmour, che puntava a erodere consensi al Rn da destra. Una strategia che, però, non ha pagato fino in fondo.

Di Le Pen padre rimarranno le provocazioni, gli scandali e le posizioni negazioniste sull’Olocausto, oltre a quelle sul razzismo. Posizioni insostenibili che lo condurranno direttamente fuori, nel 2018, dalla creatura che aveva contribuito a creare negli anni ’70 prendendo a modello il Movimento Sociale italiano. Ma resterà, tra tante pecche, anche l’intuizione di una destra capace di andare nelle fabbriche a prendersi i consensi che furono della sinistra.


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