Jannik Sinner, ci risiamo: subito fuori a Cincinnati
di RAPHAEL D’ABDON
Quando, alla fine del secondo set, Jannik Sinner ha iniziato a tastarsi l’inguine, a prodursi in affondi e smorfie di dolore in mezzo al campo tra un quindici e l’altro e a cercare con occhio funereo l’angolo del suo team, tutta l’Italia ha pensato: ci risiamo. La lista di ritiri per infortunio del nostro numero uno, una delle più impressionanti della storia del tennis, ha rischiato seriamente di allungarsi ieri sera, al secondo turno del Master 1000 di Cincinnati. Ma infilare le racchette nel borsone griffato sul punteggio di 4/6 6/6 sarebbe stato poco signorile e così il neocampione di Toronto ha preferito giocare stoicamente il tie-break e portare cavallerescamente a termine il match che lo opponeva al n. 66 del mondo, Dusan Lajovic.
Tie-break senza storia, con l’italiano visibilmente claudicante e il serbo impegnato in un impietoso tiro al piccione. Una tegola imprevista, una doccia fredda dopo i baccanali canadesi e un paese intero sotto choc. Cosa è successo? Quali sono le cause di questo patatrac? Qual è il vero Sinner, quello tirato a lucido di Toronto o quello appannato di Cincinnati? Dubbi amletici che da oggi tornano a togliere il sonno a milioni di tifosi italiani e che ridimensionano i recenti exploit del prodigio altoatesino. A sua parziale difesa va ricordato che il secondo turno è stato fatale anche per Sonego e Musetti, liquidati da Fritz e Medvedev, mentre Berrettini aveva capitolato al primo turno con Auger-Aliassime. Torneo da archiviare in fretta, quindi, nella speranza di trovare presto un giocatore italiano in grado di dire la sua agli US Open di New York, in programma dal 28 agosto al 10 settembre. Chi e se ci sarà questo giocatore, al momento non è dato sapere. Lajovic ha cancellato con un colpo di spugna le poche certezze che avevamo su Jannik Sinner; Medvedev e soci hanno confermato tutte le incertezze che avevamo sugli altri.
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