Politica

Ius italianorum, i paradossi del Belpaese

di Giuseppe Messina -


Nel Belpaese, i paradossi la fanno da padrona. Non si arrestano le polemiche su ius soli, ius scholae e ius culturae, ma per due milioni di italiani residenti all’estero, la cittadinanza italiana resta una chimera. C’è da chiedersi perché il diritto negato della cittadinanza dei nostri italiani all’estero non riesce ad animare il dibattito tanto come quando si parla di immigrati. Ed ecco l’altro paradosso: lo strumento normativo sul riconoscimento della cittadinanza esiste, ma non aiuta gli italiani residenti all’estero. Com’è possibile? Il dibattito politico sul tema si trascina da trent’anni, tra contraddizioni e rinvii.
Cerchiamo di capirne la motivazione. Oggi, in Italia, vige la Legge 91/1992 e lo ius sanguinis, che prevede l’acquisizione della cittadinanza per discendenza o filiazione e il figlio di un genitore straniero, anche se nato in Italia, non acquisisce automaticamente la cittadinanza italiana. Per chi è arrivato in Italia, anche da piccolo, vige il principio della naturalizzazione: una volta acquisita la maggiore età, può chiedere la cittadinanza se ha raggiunto i 10 anni di residenza regolare ininterrotta; ne bastano 5 se ha lo status di rifugiato. Ciò è possibile con permanenza regolare, cioè senza denunce a carico e con un lavoro, seguendo un comportamento meritevole della cittadinanza. Però, a 2 milioni di italiani residenti all’estero la cittadinanza italiana viene negata.
Con la Legge del 1992, la riacquisizione della cittadinanza avviene con condizioni di particolare favore ed è subordinato alla sussistenza di un legame con l’Italia ed alla residenza da almeno un anno nel nostro Paese.
Sull’argomento, l’esponente della Lega Simonetta Matone ha dichiarato: “La legge non si tocca e solo per la sinistra italiana lo ius soli costituisce l’unica soluzione possibile, facendone un cavallo di battaglia populistico e propagandistico quello di introdurre una norma che automaticamente riconosce la cittadinanza a chiunque nasca in Italia, senza una attribuzione di merito”. Altra contraddizione nella coalizione di governo: il punto di vista dei forzisti appare diverso avendo aperto allo ius scholae.
Nei giorni scorsi, il parlamentare di FdI eletto all’estero Andrea Di Giuseppe ha provato a fare chiarezza, ampliando il ragionamento anche agli italiani residenti all’estero.
“Prima di parlare di ius sanguinis, ius soli, ius culturae e ius scholae, bisognerebbe risolvere questa vergogna che va avanti da 30 anni, un torto verso i nostri connazionali al quale si potrebbe riparare in pochissimo tempo. Dopo ogni Olimpiade, sì riaccende il dibattito sul tema della concessione della cittadinanza nel nostro Paese, dimenticando l’ingiustizia fatta dall’Italia ai propri figli. Ho ricevuto centinaia di lettere di nostri connazionali, tantissimi dei quali molto avanti negli anni, che desiderano solo tornare italiani e morire italiani. Restituiamogli il passaporto e poi affrontiamo il resto. I meccanismi per la concessione della cittadinanza vanno rivisti in Italia ma bisogna farlo nel giusto modo, la sinistra attacca la maggioranza, dove era quando ha avuto la possibilità di fare qualcosa?”
Anche a sinistra regna il caos. Conte e Schlein attaccano il centrodestra accusandolo di razzismo anche se a non volere lo Ius soli sono stati proprio i Cinquestelle, che, nel 2017, hanno affondato la legge in Senato facendo mancare il numero legale per l’approvazione dopo il sì alla Camera; idem nel 2019. Oggi, il tema torna centrale per la sinistra; forse perché é più facile dai banchi dell’opposizione fare propaganda piuttosto che dare una risposta risolutiva ai due milioni di italiani all’estero?
Occorre superare le contraddizioni con un intervento mirato del legislatore, anche per prevenire il facile rilascio di passaporti.
Lo scandalo “passaportopoli” in Venezuela ne è l’emblema: un consigliere del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, organo di consulenza del Governo e delle Camere in materia di diritti delle nostre Comunità residenti all’estero, pare si sia reso protagonista di illegali acquisizioni della cittadinanza italiana a favore di oriundi italo-venezuelani. Vicenda al vaglio della nostra magistratura.


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