Attualità

IL CARRELLO DELLA SPESA – Gli italiani non conoscono i contratti e la bolletta si fa salata

di Giovanni Vasso -

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Sette italiani su dieci non sanno quando scade il loro contratto di fornitura luce e gas e, così, si espongono a (ulteriori) aumenti in bolletta. Se c’è una cosa che unisce il Paese dei campanili, in tempi di polarizzazione e tifoserie, è che pochi, pochissimi, sanno cosa c’è dentro i contratti che firmano. E non si tratta di un fatto che svela chissà quale assunto sociologico: è un problema interclassista, che supera gli steccati (e i divari) territoriali e che vede le donne un po’ più sveglie rispetto agli uomini. L’Osservatorio Switcho, nelle scorse settimane, ha riferito di aver condotto un’indagine su 670mila bollette annuali e di aver scoperto che gli italiani non sanno né quando scade il loro contratto né che possono scegliersi un nuovo operatore e nemmeno quando è meglio farlo sfruttando al meglio il gioco al ribasso delle offerte. “Solo 3 italiani su 10 cercano attivamente eventuali offerte migliorative dopo aver ricevuto le nuove tariffe dal fornitore”, hanno fatto sapere da Switcho secondo cui, confrontare le offerte nei tempi giusti può rappresentare una scelta utile a risparmiare, per una famiglia di tre persone, fino a 360 euro l’anno. Soldi che, di questi tempi, pesano eccome sul bilancio domestico degli italiani. Altroconsumo ha svelato, nel suo “Termometro” della situazione economica, che il 46% delle famiglie e degli italiani che sono in difficoltà economiche hanno problemi a pagare proprio la bolletta. Prima dei conti di luce e gas ci sono soltanto le spese mediche, dal dentista fino ai checkup di routine, e quelle legate all’automobile. Il problema, vero, è che la ricerca si riferisce al 2024 ossia a un anno in cui, nonostante tutto, si era registrato un seppur lieve miglioramento della capacità di spesa delle famiglie. Adesso, però, le cose sono cambiate. E purtroppo in peggio. A cominciare, proprio, dall’energia. Il governo ha messo sul tavolo il bonus da 200 euro per gli utenti fragili ma qualche dubbio, ai consumatori, è pure venuto. Durante un’audizione davanti alla Commissione attività produttive della Camera dei Deputati, il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso, ha chiesto di sapere, a proposito del bonus, “se sono previste proroghe o successive forme di sostegno nel caso in cui le condizioni economiche delle famiglie non dovessero migliorare nel breve termine”. E, oltre a chiedere spazio per un confronto duraturo e costante tra le organizzazioni dei consumatori e l’autorità delle reti dell’Arera, ha chiesto di “incentivare l’utilizzo degli spazi Corecom, ovvero i minuti messi a disposizione sui canali Rai, per una capillare diffusione delle informazioni relative al Decreto Bollette”. Perché, ecco, il vero problema degli italiani è la scarsa informazione. Che, però, sembra far scopa con l’altrettanta scarsa propensione dei cittadini a raccogliere dati, notizie e a confrontare le offerte. Già a gennaio, una ricerca Trustpilot aveva svelato che solo il 26% delle famiglie aveva, effettivamente, compiuto un “giro” di informazioni sui gestori del mercato libero decidendo, così, di cambiare fornitore. Una percentuale che risulta abbastanza bassa se confrontata a quella degli italiani che sanno perfettamente che il mercato è cambiato. Si tratta, in questo caso, dell’87%. Però l’immobilismo di molte famiglie deriva anche, se non soprattutto, dal fatto che, come riporta Consumerismo No Profit, “il mercato libero dell’energia si conferma un flop, con gli ultimi numeri ufficiali che certificano il fallimento di un regime che avrebbe dovuto portare benefici in bolletta, ma che, al contrario ha determinato rincari delle tariffe e comportamenti aggressivi”. Secondo Consumerismo, infatti, “per il prezzo variabile su un totale di 1.080 offerte pubblicate sul Portale Arera appena l’1,4%, pari a 15 offerte, è stato più conveniente del mercato tutelato mentre per il prezzo fisso, invece, su 533 proposte commerciali solo il 10,7% consentiva risparmi sul tutelato”. La media è presto fatta: 4,5%. Non proprio un granché per gli italiani che restano in bolletta.


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