Attualità

Italiani all’estero, una forza silente ma decisiva

di Antonio Marfia -


Alla ricerca di migliori opportunità economiche, già dal dopoguerra, milioni di italiani emigrarono lasciando il Belpaese diretti in altre nazioni europee o verso mete più lontane come Stati Uniti, Canada, Australia e Argentina. Fenomeno che ancora oggi non si arresta e che vede molti connazionali trasferirsi all’estero per motivi di lavoro. Si stima che circa 25 milioni di argentini abbiano origini italiane, rendendo l’Argentina uno dei paesi con la più grande diaspora italiana, milioni di connazionali in America formano grandi comunità in città come New York, Chicago e Philadelphia.

Milioni di brasiliani hanno origini italiane, specialmente nello stato di São Paulo mentre con una presenza significativa a Melbourne e Sydney, in Australia, gli italiani sono una delle principali comunità etniche del paese. Il fenomeno non muta nei paesi europei come Germania e Svizzera che ospitano molti conterranei trasferiti per lavoro, specialmente nel settore manifatturiero e nei servizi. Tanti sono i discendenti di coloro che emigrarono decenni o addirittura secoli fa. “Oriundi italiani” che spesso mantengono un legame culturale con l’Italia, parlano la lingua e, in molti casi, detengono la cittadinanza contribuendo a diffondere la cultura italiana in tutto il mondo, rendendosi così veicolo di grande influenza globale sia dal punto di vista culturale che economico. Si stima che nella cosiddetta “Circoscrizione Estero”, sommando anche tutti i discendenti, risiedono circa 60 milioni di italiani ma solo 6 milioni circa di questi risultano attualmente iscritti all’Anagrafe Italiani residenti all’estero (A.I.R.E.).

Questo dato è molto significativo, solo il 10% di stranieri con origini italiane risultano avere la cittadinanza mentre per la grande maggioranza risulta inaccessibile. Una diseguaglianza nella valorizzazione della partecipazione dei singoli alla comunità nazionale che vede a figli, nipoti e discendenti preclusa ogni possibilità di appartenenza alla comunità a cui i loro “padri” sono stati legati e ai quali hanno trasferito cultura e tradizioni. Una disparità che dovrebbe essere trattata nelle sedi parlamentari soprattutto in considerazione del fatto che molti di questi “italiani” continuano ad avere legami con la loro terra di origine per motivi familiari, culturali, commerciali e interessi politici. Nonostante la distanza geografica il loro legame con l’Italia rimane forte, soprattutto in ambito politico. L’introduzione legislativa – Legge 27 dicembre 2001, n. 459 – ha consentito a milioni di cittadini iscritti all’Aire (e solo a questo 10%) di partecipare alle elezioni politiche e alle consultazioni referendarie senza dover fare rientro nei comuni di provenienza o sul territorio dello Stato permettendo ai connazionali residenti fuori dal paese di eleggere 12 deputati e 6 senatori.

Questo sistema unico nel suo genere ha reso possibile una rappresentanza diretta per gli italiani all’estero, rafforzando il loro legame con la patria e garantendo che le loro preoccupazioni e interessi siano presi in considerazione nelle decisioni politiche nazionali. Grazie alla “Circoscrizione Estero”, introdotta con la legge costituzionale n.1/2001, questi cittadini hanno la possibilità di eleggere i propri rappresentanti al Parlamento italiano, influenzando in modo significativo i risultati elettorali. Ma come si traduce questo potere nelle elezioni italiane? Quali sono le sfide e le opportunità legate al voto degli italiani all’estero? Il voto degli italiani all’estero ha avuto un ruolo cruciale in diverse elezioni italiane. Un esempio emblematico è rappresentato dalle elezioni del 2006, dove il voto estero risultò decisivo per la vittoria del centrosinistra. Questo caso dimostra come i voti provenienti dall’estero possano ribaltare o consolidare i risultati elettorali, soprattutto quando le elezioni sono particolarmente combattute. Un dato interessante in termini di appartenenza politica si basa sul fatto che gli italiani all’estero non sono un blocco omogeneo e le loro preferenze elettorali variano significativamente a seconda della regione del mondo in cui risiedono.

Gli italiani residenti in Europa tendono a favorire partiti europeisti e di centro-sinistra, attratti da politiche che promuovono l’integrazione europea e i diritti dei lavoratori migranti mentre si riscontra una maggiore inclinazione verso partiti più conservatori in altre aree, come l’America Latina, riflettendo le diverse condizioni socio-economiche e le priorità locali. Certo è che il sistema di voto per corrispondenza voluto con la legge Tremaglia nel tempo, seppur cruciale, è risultato essere imperfetto. Per facilitare la partecipazione degli italiani all’estero è stato implementato il voto per corrispondenza. Sebbene questo metodo permetta a milioni di italiani di esercitare il proprio diritto, non è esente da critiche. Problemi logistici, ritardi nella consegna dei plichi e sospetti di frodi hanno sollevato dubbi sulla trasparenza e la sicurezza del processo. Queste criticità hanno portato a discussioni su possibili riforme, come l’introduzione del voto elettronico, che potrebbe rendere il sistema più efficiente e sicuro. Guardando al futuro, è chiaro che il voto degli italiani all’estero continuerà a giocare un ruolo fondamentale nelle elezioni italiane. Tuttavia, per massimizzare il suo potenziale, è necessario affrontare le sfide attuali. Migliorare la trasparenza e la sicurezza, aumentare la consapevolezza politica tra e rafforzare la loro rappresentanza sono passi cruciali per garantire che questa importante componente dell’elettorato possa continuare a contribuire al futuro politico del paese.

Gli italiani all’estero rappresentano una forza silente ma potente, una componente vitale dell’elettorato, con la capacità di influenzare significativamente i risultati. Le loro preferenze e la partecipazione continuano a essere un fattore strategico per tutti i partiti italiani, che cercano di coinvolgerli attivamente nelle elezioni. Attraverso la “Circoscrizione Estero”, partecipano attivamente alla vita politica del Paese d’origine e spesso ne influenzano il corso. Tuttavia, per valorizzare appieno questo potenziale, è essenziale che l’Italia continui a migliorare le modalità con cui questi cittadini esercitano il loro diritto, assicurando che ogni voce venga ascoltata e rappresentata adeguatamente.


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