Economia

Italia in bolletta, il governo cerca coperture per il decreto

di Giovanni Vasso -

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, dopo l'esito della votazione della risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio nell'aula della Camera, Roma, 27 aprile 2023. ANSA/ETTORE FERRARI


L’Italia finisce in bolletta e il governo adesso cerca le coperture per procedere con il decreto che dovrebbe portare un po’ di sollievo a famiglie e imprese. Ieri il ministro all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha tirato in ballo il “collega” al Mef, Giancarlo Giorgetti, spiegando che insieme alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, ha avuto “un confronto per presentare cosa stiamo valutando e studiando rispetto al prezzo del gas, dell’energia e a quelle che sono le azioni che possiamo fare”. Non sarà facile, perché, come ha affermato lo stesso Pichetto “i problemi ci sono sempre e di conseguenza è naturale che si debba andare a verificare quella che è la forza di bilancio per poter intervenire, ed è quello che sta facendo ora il Ministero dell’Economia”. Insomma, ci vogliono le coperture e senza non si può far nulla: “Stiamo lavorando su tutti i fronti, e quindi sull’abbattimento del differenziale sul ttf e sull’allargamento del bonus energia nel dare una mano alla parte dei fragili che, trovandosi nel mercato dei vulnerabili, si trovano con uno spread”. Il ministro deplora la speculazione sui prezzi delle materie prime energetiche: “Si tratta anche di far fronte ad una situazione di mercato rispetto ai prezzi del gas che determina il nostro prezzo dell’energia e un prezzo del gas che da un giorno all’altro ha oscillazioni enormi se pensiamo che nel giro 3 giorni c’è stato un movimento di 10 euro, vuol dire 20 euro sul prezzo dell’energia. Un importo rilevantissimo”. Fonti del ministero dell’Ambiente confermano che, per far quadrare i conti, sarà necessario adoperarsi a trovare le coperture e che l’obiettivo sarà quello di fare prima possibile. Insomma, il decreto bollette non sarà pronto fino a che non sarà corredato dai soliti (e necessari) numeri e dati di bilancio. La vicenda è naturalmente entrata nell’agone politico diventando uno dei tempi di dibattito più aspri tra le forze parlamentari. L’opposizione alza la voce, il M5s con Giuseppe Conte afferma che il governo è veloce solo quando si tratta di “trovare soldi per le armi”. Il Pd, con la vicepresidente della Camera Anna Ascani, accusa l’esecutivo di esser riuscito a trovare di che “finanziare l’ennesima rottamazione delle cartelle esattoriali” ma di non saper trovare “le risorse per alleviare i sacrifici delle famiglie e delle aziende, soprattutto quelle piccole e le energivore, sempre più schiacciate dall’impennata dei prezzi”. Italia Viva ritiene fallita la liberalizzazione delle tariffe: “In assenza di controlli, non ha prodotto i risultati sperati, cioé la riduzione dei  costi per effetto della concorrenza. Il governo – ha affermato la senatrice Silvia Fregolent – ha prima ridotto e poi tolto le risorse, messe da Draghi, per calmierare le bollette e ora sta facendo finta che il caro bollette non ci sia”. E mentre Forza Italia con Raffaele Nevi afferma che “l’obiettivo è quello di costruire  le condizioni affinché vi sia una riduzione vera e strutturale delle bollette” ma che bisogna pur considerare “la volatilità del prezzo del gas” che rende la vicenda “non così semplice”, il viceministro all’Ambiente Vannia Gava propone di “utilizzare i proventi delle aste Ets contro il caro energia, destinandoli a misure concrete come l’estensione dell’Energy Release per garantire energia a prezzi calmierati a tutte le Pmi, che sono ricchezza del nostro tessuto economico, e non solo alle energivore, ma anche per la copertura di parte degli oneri di sistema per alleggerire le bollette” e rilancia l’idea di un mercato Ue comune per l’energia.

La notizia, però, è ancora un’altra. Pichetto ieri ha parlato a margine della presentazione del nuovo report Aie tenutosi nella sede romana di Confindustria. Alla presenza di Fatih Birol, direttore generale dell’agenzia, che ha parlato del 2025 come dell’anno in cui crescerà, più che mai, la produzione di energia nucleare e i progetti a questa connessa, a partire dai 420 nuovi reattori che saranno allestiti in giro per il mondo. Pichetto non poteva esimersi e ha affermato che il ddl nucleare, che secondo diverse fonti istituzionali non attende altro che il via libera da Palazzo Chigi, potrebbe prestissimo approvare in consiglio dei ministri per essere approvato magari insieme al nuovo decreto bollette. Confindustria, però, non vuole attendere oltre. Aurelio Regina, responsabile Energia di viale dell’Astronomia, ha riproposto l’urgenza di mettere mano alle politiche energetiche nazionali che contempli l’atomo oltre a gas e rinnovabili: “Se vogliamo garantire al paese di avere energia sicura, energia a prezzi competitivi e un futuro decarbonizzato non possiamo che non puntare sul nucleare, che naturalmente deve fare da integratore con un forte sviluppo delle energie rinnovabili, al quale il Paese ha già dedicato molte risorse e ancora ne deve dedicare, ma sarà un mix fondato su questo, come già altri Paesi stanno facendo”.


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