Istituzioni, valori e presidenzialismo, così Giorgia si presenta all’Italia
Le istituzioni, i valori e le donne. Così parte il Meloni I. Sono le prime parole di Giorgia dopo essere accolta dal lungo applauso della sua maggioranza. Il primo messaggio è rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui rivolge un ringraziamento per aver dato seguito all’indicazione chiaramente espressa dagli italiani e il secondo a Mario Draghi, che l’avrebbe agevolata nel passaggio di consegne. “Si è molto ricamato su questo aspetto, ma credo non ci sia nulla di strano. Così dovrebbe essere sempre nelle grandi democrazie”. La parola responsabilità, quindi, diventa centrale, in ogni passaggio. “Il popolo – sottolinea – è titolare della propria sovranità”.
Ecco perché chiede subito alla sua maggioranza unità. “La nostra coesione – spiega – riesce a superare le differenti sensibilità nel nome di interessi più alti”. Non ci sarà, quindi, alcun sistema di potere. “Non ci tireremo indietro – sottolinea – nello scontentare i potentati”. Non accetta, pertanto, la parola vigilare dalle opposizioni, né intende ricevere alcun soccorso esterno, da chi anche nel giorno della prima donna premier resta in silenzio. L’unico applauso unitario dall’aula arriva solo quando ringrazia Papa Francesco per l’impegno sulla pace.
A proposito di quote rosa in politica, più di un semplice riferimento a Cristina (Trivulzio di Belgioioso), elegante organizzatrice di salotti e barricate, a Rosalie (Montmasson), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia, ad Alfonsina (Strada) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio, a Maria (Montessori), a Grazia (Deledda) che con il suo esempio spalancò i cancelli dell’istruzione, a Tina (Anselmi), Nilde (Jotti), Rita (Levi Montalcini), Oriana (Fallaci), Ilaria (Alpi), Mariagrazia (Cutuli), Fabiola (Giannotti), Marta (Cartabia), Elisabetta (Casellati), Samantha (Cristoforetti), Chiara (Corbella Petrillo). “Grazie a queste donne – dichiara il nuovo presidente del Consiglio – per aver dimostrato il nostro valore”.
Spiegati, poi, i nuovi termini introdotti nella cosiddetta svolta a destra, come la sovranità alimentare, che “non significa mettere fuori commercio l’ananas, ma fare in modo che l’Italia non dipenda da nazioni distanti per dare da mangiare ai nostri figli”. Chiarito, comunque, il tanto discusso rapporto col fascismo. “Non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici”. Le leggi razziali, infatti, vengono definite il momento più basso della storia.
Le priorità da affrontare per quanto riguarda la politica interna, saranno la lotta all’evasione, che non sarà caccia al gettito, la riduzione delle tasse (l’obiettivo è un taglio di almeno cinque punti del cuneo fiscale) e soprattutto le grandi riforme costituzionali. “Parallelamente alla riforma presidenziale, andremo avanti col semipresidenzialismo, intendiamo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse Regioni secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale. È nostra intenzione completare il processo per dare a Roma Capitale i poteri e le risorse che competono a una grande capitale europea e dare nuova centralità ai nostri Comuni”. Allo stesso tempo, però, viene garantito come non ci sarà più un divario Nord-Sud. Novità anche per quanto riguarda il Covid. Sarà istituita una commissione d’inchiesta per capire quanto accaduto durante i giorni della pandemia. Sul lavoro, la politica romana sottolinea come la ripresa è direttamente proporzionale al lavoro: “La soluzione non è il reddito di cittadinanza”. Ai giovani, a suo parere, è stato tolto tutto e sono stati lasciati solo debiti da ripagare. La via d’uscita si chiama Pnrr, “un’opportunità che non può essere sfruttata”.
Per quanto riguarda la politica estera, infine, sottolinea il ruolo centrale dell’Europa. “Saremo sempre a testa, con spirito costruttivo, senza inferiorità. L’Ue non è circolo elitario con soci di serie A e B”. Allo stesso tempo, però, non intende indietreggiare rispetto al sostegno dell’Italia all’Occidente e all’Ucraina. “Sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà di questo Paese con la nostra tranquillità”. E’ un errore, a suo parere, accettare il ricatto di Mosca, che aprirebbe la strada a ulteriori riprese e ricatti. La svolta, quindi, ci sarà, a partire traffico di essere umani nel Mediterraneo. “Le Ong non decideranno più chi entra e chi esce dai nostri confini”.
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