Esteri

Israele ascolta gli Usa “ma decidiamo in base al nostro interesse”, in Iran rispunta Qaani

di Cristiana Flaminio -


“Stiamo ascoltando le opinioni dell’amministrazione Usa, ma prenderemo le nostre decisioni ultime sulla base dell’interesse nazionale di Israele”. Sono queste le parole pronunciate dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu al quotidiano Haaretz dopo le rivelazioni del Washington Post relative a un accordo che sarebbe intercorso tra Tel Aviv e la Casa Bianca sul “limitare” la portata della risposta all’Iran e alla scelta di non colpire né siti nucleari né impianti petroliferi di Teheran. Una decisione, questa, che potrebbe innescare un domino di reazioni in tutta l’area del Medio Oriente con conseguenze inimmaginabili che colpirebbero l’intero pianeta.

Ma ci sarebbe anche un altro problema ad assillare Tel Aviv, inducendo Israele a più miti consigli nei confronti degli alleati Usa. Stando al Financial Times, infatti, sarebbero quasi finiti i missili intercettori disponibili negli arsenali. Da Washington si sta valutando un ulteriore invio di armi che consentirebbe alle forze armate israeliane di colmare le eventuali falle che, altrimenti, potrebbero aprirsi nel sistema di protezione. Dall’altra parte del fronte, invece, si registra la “ricomparsa” in pubblico di Esmail Qaani, il capo della Forza Quds dei Pasdaran iraniani. Qaani, proprio in queste ore, ha preso parte alla cerimonia funebre in memoria di Abbas Nilforoushan, generale iraniano ucciso il 27 settembre scorso durante l’attacco israeliano che è costato la vita, tra gli altri, anche al leader di Hezbollan Hassan Nasrallah. Si tratta di una notizia che smentisce quelle, circolate nei giorni scorsi, che davano Qaani per morto in circostanze, però, poco chiare. Le voci parlavano delle conseguenze di un altro raid o, addirittura, di un infarto subito durante l’interrogatorio di alcune sospette “talpe” del Mossad all’interno dei gangli vitali delle strutture difensive iraniane.


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