Esteri

Israele sventra Hezbollah. Ucciso Nasrallah con una pioggia di bombe

di Ernesto Ferrante -


Israele ha “decapitato” la catena di comando di Hezbollah, eliminandone in maniera sistematica i componenti. Dopo gli avvertimenti dei giorni scorsi, Tel Aviv ha sferrato il colpo più duro a sud di Beirut, uccidendo anche il capo del Partito di Dio, Hassan Nasrallah.

“Nasrallah non sarà più in grado di terrorizzare il mondo”, hanno scritto le Forze di difesa israeliane (Idf) in un post su X. Cinquanta le bombe utilizzate per sbriciolare il bunker collocato sottoterra, “coperto” da un edificio residenziale, nella zona di Dahiyeh, dove era entrato per un vertice.

Insieme a lui, ha perso la vita anche il comandante del gruppo per il “fronte sud”, Ali Karki, numero tre dell’organizzazione paramilitare decimata con pager, missili e ordigni esplosivi.

“È semplice il messaggio per chiunque minacci i cittadini dello Stato di Israele. Sappiamo come raggiungervi”, ha assicurato il capo di Stato Maggiore delle Idf, Herzi Halevi, “Non abbiamo esaurito tutti i mezzi a nostra disposizione”, ha aggiunto Halevi.

“Nasrallah è stato uno dei più grandi nemici di Israele di tutti i tempi. Ha rappresentato una minaccia per i cittadini israeliani per decenni e la sua eliminazione rende il mondo un posto più sicuro”, ha affermato il portavoce delle Idf, Daniel Hagari. “Non è finita, Hezbollah ha altre capacità”, ha avvertito ancora Hagari.

Tutti i musulmani si schierino con Hezbollah. Questo l’appello lanciato da Ali Khamenei, leader supremo iraniano, in un comunicato scritto diffuso dai media iraniani e panarabi dopo la notizia circolata della morte dell’alleato sciita libanese Hassan Nasrallah in un raid israeliano.

Khamenei è stato trasferito in un luogo di “alta sicurezza”. Teheran è in costante contatto con gli altri alleati della regione per decidere le prossime mosse.

“È dovere di tutti i musulmani schierarsi con le proprie capacità al fianco del popolo libanese e del vittorioso Hezbollah e aiutarli ad affrontare questo regime usurpatore, ingiusto e malvagio”, ha detto la Guida suprema in riferimento allo Stato ebraico.

“L’uccisione di civili indifesi in Libano da un lato ha rivelato ancora una volta a tutti la natura selvaggia dei rabbiosi sionisti, dall’altro ha dimostrato quanto siano miopi e folli le politiche dei leader del regime occupante”, ha proseguito Ali Khamenei.

E ancora: “La banda di terroristi che governa il regime sionista non ha imparato dalla guerra criminale che va avanti da un anno a Gaza e non è riuscita a capire che l’uccisione di massa di donne, bambini e civili non può influenzare la solida costruzione della Resistenza e distruggerla. Ora stanno tentando la stessa politica folle in Libano. I criminali sionisti dovrebbero sapere che sono troppo piccoli per causare danni significativi alla forte struttura di Hezbollah in Libano”.

Secondo l’ayatollah, “con la grazia di Dio, il Libano farà pentire l’aggressore malvagio della sua azione”. Non è mancata la chiamata alle armi: “È obbligatorio per tutti i musulmani schierarsi con orgoglio al fianco del popolo libanese e di Hezbollah con le loro risorse e aiutarlo ad affrontare il regime usurpatore, crudele e malvagio”.

La Repubblica islamica dell’Iran ha puntato il dito contro Israele e Stati Uniti. Il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, ha parlato di un attacco “crudele, brutale e terroristico” da parte dei militari israeliani, condotto con “bombe donate dagli Usa” e ha accusato Washington di “complicità” in quello che considera un “crimine di guerra”.

Kanaani ha denunciato una “palese violazione delle leggi e delle norme internazionali”. “Il proseguimento dei crimini contro la popolazione della Palestina e del Libano dimostra chiaramente che l’appello per un cessate il fuoco da parte degli Stati Uniti e di alcuni Paesi occidentali è un inganno chiaro volto a prendere tempo per il proseguimento dei crimini”, ha concluso il portavoce.

Un alto funzionario israeliano ha riferito alla Nbc che l’Iran avvierà la procedura per il dispiegamento di forze militari in Libano e sulle alture del Golan. L’ayatollah Mohammad Hassan Akhtari, vicepresidente per gli affari internazionali, ha promesso che si combatterà contro gli israeliani “proprio come abbiamo fatto nel 1981”.


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