Esteri

Israele spara sui soldati italiani. La furia di Crosetto: “Crimini di guerra”.

di Ernesto Ferrante -


L’esercito israeliano spara su una delle basi italiane della missione Onu Unifil lungo la linea di demarcazione con il Libano, violando la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza Onu.

Con il passare delle ore, l’accaduto è stato completamente ricostruito. Un tank Merkava delle Idf ha aperto il fuoco contro una contro una torretta di osservazione al quartier generale di Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e provocandone la caduta. I soldati hanno bersagliato anche una posizione Onu (Unp) 1-31 a Ras Naqoura, centrando l’entrata del bunker in cui i peacekeeper si rifugiavano e danneggiando mezzi e sistema di comunicazioni. Un drone delle Forze di difesa dello Stato ebraico è stato visto volare sull’area fino all’entrata della struttura.

“Qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza” delle Nazioni Unite che nel 2006 pose fine ai 34 giorni di guerra tra Israele e Hezbollah libanesi. È quanto si legge in un comunicato di Unifil.

Unifil ha ricordato “alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e l’incolumità del personale e delle strutture Onu e di rispettare l’inviolabilità dei locali Onu in ogni momento”.

Roma ha bacchettato Tel Aviv. “Questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati. Per tali motivi, ho protestato con il mio omologo israeliano e con l’ambasciatore di Israele in Italia. Stamane ho trasmesso una comunicazione formale alle Nazioni Unite per ribadire l’inaccettabilità di quanto sta accadendo nel Sud del Libano e per assicurare la piena e costruttiva collaborazione dell’Italia a tutte le iniziative militari volte a favorire una de-escalation della situazione e il ripristino del diritto internazionale. La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per me e per tutto il governo italiano, affinché i paecekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”. Così il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto.

Crosetto ha fatto sapere di aver contattato anche il ministro della Difesa Israeliano, Yoav Gallant, per protestare con lui e ricordargli “in modo fermo che quanto sta avvenendo nei pressi delle basi italiane di Unifil, nel Sud del Libano e, in generale, verso il contingente Unifil, a partire dagli spari contro il quartier generale di Unifil, è inaccettabile”.

Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla situazione in Libano, il ministro della Difesa è stato durissimo: “Non si tratta di un errore né di un incidente quindi abbiamo bisogno di avere spiegazioni reali nei tempi più rapidi possibili. Sono stati colpiti mezzi e telecamere di sicurezza, ma nessun italiano è coinvolto nell’attacco. I nostri caschi blu monitrano la situazione dalla sala operativa a della nostra base a Shama. Non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. Ho detto all’ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini dal governo israeliano”.

L’Italia non è disposta a fare sconti: “Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro la base Unp 131 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario. Sicuramente violazioni non giustificate da alcuna necessità militare”.


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