Il governo israeliano ha deciso di bloccare Al Jazeera nel Paese
Il governo israeliano ha deciso di bloccare temporaneamente Al Jazeera nel Paese, considerata dal primo ministro Netanyahu un “canale terroristico”. La sospensione, motivata dall’accusa di antisemitismo durante il conflitto a Gaza, durerà 45 giorni e interesserà sia il canale in arabo che quello in inglese, oltre a tutte le attività web.
Le tensioni tra Israele e il noto network, lanciato nel 1998 e immediatamente divenuto la principale fonte di notizie e in lingua araba, hanno avuto inizio ben prima del conflitto a Gaza.
Dal 7 ottobre però le cose sono peggiorate. La rete televisiva satellitare ha fornito copertura ininterrotta delle operazioni militari israeliane e delle relative ripercussioni, confermandosi, in un contesto di crescente scetticismo verso i media occidentali, una delle reti più seguite in Medio Oriente. Secondo Al Jazeera dunque, tale divieto non è altro che l’ulteriore attacco nell’ambito di una campagna israeliana di censura nei suoi confronti. Non solo.
Secondo il media outlet, Israele starebbe concretamente prendendo di mira i suoi giornalisti a Gaza: l’ufficio di Al Jazeera nella Striscia è stato colpito e due corrispondenti sono rimasti uccisi. A gennaio, altri due giornalisti accusati da Israele di essere “agenti terroristici” sono morti durante un bombardamento. Un mese dopo, un altro giornalista del network è stato ferito in un attacco e accusato di essere un “vice comandante di compagnia” di Hamas.
Al Jazeera ha sempre respinto ogni accusa.
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