Esteri

Israele nel mirino per l’uccisione dell’attivista turco-americana Eygi

di Ernesto Ferrante -


Imbarazzo in Israele per l’inchiesta del Washington Post: Aysenur Eygi, l’attivista turco-americana che Tel Aviv afferma sia stata uccisa accidentalmente dall’Idf venerdì scorso, è stato colpita “più di mezz’ora dopo il culmine degli scontri a Beita e circa 20 minuti dopo che i manifestanti si erano spostati sulla strada principale, a più di 200 metri dalle forze israeliane”. Il quotidiano americano ha precisato che l’esercito israeliano ha rifiutato di rispondere alle domande “sul motivo per cui le loro forze hanno aperto il fuoco sui dimostranti così tanto tempo dopo che si erano ritirati, e da una distanza in cui non rappresentavano una minaccia apparente”.

Israele bacchettato dall’Ono: oltre Eygi i sei operatori dell’Unrwa

Lo Stato ebraico è stato nuovamente “bacchettato” anche dall’Onu per l’uccisione di sei operatori dell’Unrwa (l’Agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente). “Ciò che sta accadendo a Gaza è totalmente inaccettabile. Una scuola trasformata in rifugio per circa 12 mila persone è stata nuovamente colpita da attacchi aerei israeliani. Sei dei nostri colleghi dell’Unrwa sono tra gli uccisi. Queste drammatiche violazioni del diritto umanitario internazionale devono cessare ora”. Così su X il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. A lui si è unito l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, categorico nel ribadire come “il mancato rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario, in particolare della protezione dei civili, non possa e non debba essere accettato dalla comunità internazionale”. Il segretario di StatoUsa Antony Blinken ha chiesto la tutela degli operatori umanitari, sottolineando ai giornalisti durante la sua visita in Polonia che un cessate il fuoco e un accordo sulla restituzione degli ostaggi sostenuti dagli Stati Uniti rappresentano il modo migliore per garantire la loro sicurezza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sempre più all’angolo, ha dichiarato di aver accettato l’ultima proposta di accordo presentata dagli Usa il 16 agosto per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma ha nuovamente accusato Hamas di aver rifiutato l’intesa.


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