Esteri

Israele ha bombardato di nuovo Jabalia. Rapito ex esponente di Hezbollah. Khamenei minaccia Tel Aviv

di Ernesto Ferrante -


Almeno 84 palestinesi sono morti sotto le bombe di Israele che sono cadute su due edifici residenziali nel campo profughi di Jabalia. Alcune delle 170 persone ospitate sono rimaste bloccate sotto le macerie delle loro case. Dal 7 ottobre dello scorso anno, nell’enclave palestinese si contano 43.314 morti e 102.019 feriti.

La strada che porta alla fine delle ostilità attraverso i negoziati continua ad essere lunga e tortuosa. Le proposte di cessate il fuoco su Gaza “gettano polvere negli occhi”, consentendo a Israele di guadagnare tempo, anche sul fronte libanese. A parlare ad Al Jazeera è il portavoce senior di Hamas, Sami Abu Zuhri. Le proposte di tregua, ritenute insufficienti dal gruppo, “non includono la cessazione dell’aggressione israeliana, il ritiro delle truppe israeliane e il ritorno dei palestinesi sfollati”. Per Zuhri, lo Stato ebraico sta utilizzando la stessa tattica nei colloqui di tregua incentrati sul Libano.

Nuovo raid aereo israeliano sulla periferia sud della capitale libanese Beirut. Almeno 11 persone sono rimaste ferite. Colpito un palazzo nella zona “Galerie Semaan”.

Imad Amhaz, ex membro della forza navale di Hezbollah, è stato rapito dai commando navali israeliani nel nord del Paese dei Cedri. Secondo l’agenzia Ani, che cita dei residenti, “una forza militare” è sbarcata “dal mare sulla costa di Batroun” ed è andata “in un bungalow vicino alla spiaggia, dove ha rapito” un comandante “libanese prima di uscire in mare aperto su un motoscafo”.

L’Iran non fallirà nell’affrontare “l’arroganza globale”. Lo ha detto la Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei in un suo intervento a un gruppo di studenti a Teheran. Gli sforzi iraniani “per affrontare l’arroganza globale e l’apparato criminale che governa l’ordine mondiale oggi non falliranno di certo. Arroganza significa dominio economico, militare e culturale completo e umiliazione delle nazioni”, ha affermato Khamenei.

“I nemici, che siano il regime sionista o gli Stati Uniti d’America, riceveranno sicuramente una risposta schiacciante a ciò che stanno facendo all’Iran, alla nazione iraniana e al fronte della resistenza”, ha assicurato l’Ayatollah in un video diffuso dai media di Stato iraniani. Il leader supremo non ha precisato i tempi dell’attacco minacciato, né la sua portata.

Gli Stati Uniti hanno reso noto il dispiegamento, nei prossimi mesi, di nuove forze in Medio Oriente per affrontare la minaccia iraniana. Lo ha comunicato il portavoce del Pentagono il generale Pat Ryder. Tra questi nuovi cacciatorpedinieri per la difesa contro i missili balistici, squadroni di caccia e aerei cisterna e diversi bombardieri d’attacco a lungo raggio B-52 dell’aeronautica americana.

Filippo Grandi, direttore dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), ha denunciato che un attacco aereo lanciato da Israele ha colpito “strutture umanitarie” al valico di frontiera tra Libano e Siria, preso di mira già il mese scorso. Il passaggio, noto come Jousieh sul lato siriano, è diventato una via di fuga fondamentale per coloro che fuggono dai bombardamenti israeliani sul Libano. In un post su X, Grandi ha scritto che “anche fuggire e prendersi cura di chi fugge sta diventando difficile e pericoloso mentre la guerra continua a diffondersi”.


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