Economia

Israele e i rincari oil & gas: la guerra delle bollette

di Giovanni Vasso -

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La guerra in Israele scatenerà una nuova ondata di rincari nelle nostre bollette. E non solo. Il clima si surriscalda in Medio Oriente e sulle borse mondiali il prezzo delle materie prime oil & gas si arroventa. Per il momento la situazione è un’incognita. Lo è, almeno, per il ministro all’Ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che, intervistato al Green & Blue di Rcs Academy, ha spiegato che la guerra in Israele “va a creare un momento di difficoltà che non sappiamo ancora leggere nelle conseguenze”. E quindi ha spiegato: “Questa è una guerra che parte da un forte attacco terroristico, di Hamas, e si inserisce in un processo di pacificazione che vede coinvolta la prima potenza dell’area araba, l’Arabia Saudita, che stava portando avanti la strada della pacificazione, facilitando tutta una serie di azioni che riguardavano le forniture energetiche dal petrolio al gas”.
I consumatori, però, sono preoccupati. Assoutenti ha analizzato lo scenario partendo dai prezzi delle materie prime: “Il gas è balzato a 41,40 euro al megawattora con un aumento dell’8,3% legato alle paure dei mercati per una escalation della guerra in Israele, lo stesso Ministro Urso ha parlato oggi di rischi energetici legati al conflitto considerate le risorse che arrivano dai paesi del nord Africa. E che il nostro Paese dipenda ancora molto dall’estero per le forniture di gas lo dimostrano i dati di Arera, secondo cui dei 72,6 miliardi di metri cubi di gas naturale importati dall’Italia nel 2022, l’Algeria è il primo paese fornitore con circa il 36%, seguono Russia e Azerbaigian con circa il 15%, Qatar da cui arriva il 10% del gas, Norvegia con l’8,6%, Libia al 4,3%: nell’importazione via nave stanno inoltre assumendo importanza altri paesi come Spagna, Egitto e Nigeria”. Per i consumatori: “Ipotizzando un incremento medio delle tariffe del +15% sia per la luce che per il gas, la bolletta dell’energia elettrica salirebbe di 115 euro annui a famiglia rispetto alle attuali tariffe, portando la spesa della luce e quota 879 euro. La bolletta del gas salirebbe invece a 1.526 euro annui a nucleo, con un incremento pari a +199 euro annui; un rincaro complessivo tra luce e gas di +314 euro annui a famiglia con una spesa totale per le forniture energetiche che volerebbe a quota 2.405 euro all’anno a nucleo”. Insomma, dalla tensione in Medio Oriente, dalla guerra in Israele, potrebbe arrivare l’ennesimo rincaro sulle bollette.
Anche i petrolieri sono preoccupati. Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli, lancia l’allarme: “Sembra un copione già visto, con un pericolo forniture estere annunciato la scorsa settimana in una diretta Rai sulla problematica dei nostri approvvigionamenti in Africa e Medio Oriente. A largo della striscia di Gaza proseguendo lungo le coste nell’Offshore israeliano abbiamo un grande giacimento di gas metano chiamato Leviathan che corre fino a nord tra Cipro e il Libano (quest’ultimo a sud sotto controllo di Hezbollah), parliamo di uno dei giacimenti più grandi al mondo nel Mediterraneo”. Secondo Marsiglia si tratta di una “grande riserva petrolifera già tempo fa occasione di interessi di sviluppo internazionali per la quantità di metano che dispone in produzione nei prossimi decenni. Il giacimento in mare potrebbe stravolgere gli equilibri energetici del Medio Oriente. Leviathan ha autonomia di produzione a Gas metano per oltre 50 anni”. Ma i problemi peggiori attendono il nostro Paese: “L’Italia è a rischio con l’80% di approvvigionamento energetico estero (petrolio e gas). Già evidente il panico sui prezzi internazionali di benzina e gasolio con ricadute sul costo delle bollette. Attenzione alle parole su Iran e Qatar, salvaguardiamo la sicurezza dei gasdotti e dello Stretto di Hormuz”.
Più ottimista, invece, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Che, intervenuto alla festa per i 70 anni del Cane a Sei Zampe, ha tentato di rassicurare tutti: “Sicuramente la guerra preoccupa sempre per gli effetti che ha direttamente sulle persone e la società. Abbiamo già visto ieri e l’altro ieri gli effetti sul mercato. Prezzo del gas che è salito leggermente e prezzo del petrolio che aveva iniziato una leggera discesa, è risalito. Ma devo dire che, la guerra è terribile, ma l’impatto sulla produzione di gas è marginale e sono tutti gli schemi e le possibili conseguenze che preoccupano il mercato, che è ovviamente molto prudente. Dobbiamo capire l’evoluzione”. Insomma, non è detto che la guerra tra Israele e Palestina potrà scatenare un nuovo tsunami nelle bollette degli italiani. Ma gli indicatori e gli scenari suggeriscono prudenza.


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