Attualità

Israele contro Netanyahu: da più di uno su due no all’annessione della Striscia di Gaza

In un Paese ove è ormai incessante la contestazione al suo governo, proteste di piazza quotidiane dei familiari degli ostaggi in mano ad Hamas a parte, il premier israeliano Benyamin Netanyahu si trova di fronte alla fotografia di una società spaccata in due, se non ulteriormente frammentata, anche sul tema che cavalca dal 7 ottobre spingendo il conflitto e le iniziative militari oltre gli stessi auspici degli Stati Uniti, suo maggiore alleato. Più della metà degli israeliani, infatti, si oppone all’idea di annettere la Striscia di Gaza e ristabilire gli insediamenti che erano stati smantellati al momento di quello che un vero e proprio “disimpegno” israeliano dall’area nel 2005. E’ quanto emerge da un sondaggio della Hebrew University, secondo il quale il 56% degli israeliani si oppone all’annessione e solo il 33% se ne dice a favore.

Molto più frazionata appare però dal sondaggio, ripreso oggi dal Times of Israel, l’opinione degli israeliani su come debba essere gestito il “dopo conflitto” a Gaza, l’attuale maggiore preoccupazione, per esempio, di Joe Biden che sta accelerando ogni iniziativa diplomatica possibile, l’ultima con il Qatar, per individuare una rapida soluzione. Il 23% degli israeliani sostiene l’idea di una coalizione di Paesi arabi moderati che la gestiscano, mentre solo il 22% sostiene un’occupazione militare israeliana: un smacco per quanto ripetuto da oltre due mesi da Netanyahu. E per il 18% si dovrebbe creare una forza internazionale per gestire Gaza mentre nel Paese un 11% si dichiara apertamente in favore del ritorno dell’Autorità Nazionale Palestinese. Ipotesi sostenuta da Washington e apertamente osteggiata da Benjamin Netanyahu. Indirettamente temuta anche dal presidente dell’Anp, Mohammed Abbas.

Solo un sondaggio, ma un segnale preciso di una sfiducia verso l’operato di un premier ancorato, chissà ancora per quanto, al solo appoggio dell’ultradestra.