Esteri

Haniyeh, dopo l’assassinio sale ulteriormente la tensione in MO

di Lino Sasso -


La situazione in Medio Oriente resta incandescente dopo l’assassinio del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh al quale è seguita un’ondata di arresti in Iran. Sarebbero 24 le persone fermate per quanto accaduto a Teheran e tra loro figurano diversi ufficiali dell’intelligence e militari. Da quanto emerge dalle indagini, come riportano diversi organi di stampa, per eliminare il leader palestinese Ismail Haniyeh il Mossad, il servizio segreto israeliano, avrebbe assoldato svariati agenti iraniani per poter piazzare ordigni esplosivi in tre diverse stanze della residenza dove era solito alloggiare l’esponente di Hamas a Teheran. Le cariche esplosive sarebbero poi state fatte denotare dall’estero, quindi a distanza, una volta appurata la presenza di Haniyeh in prossimità degli ordigni. Dopo l’attentato gli Stati Uniti, attraverso l’Egitto, hanno inviato dei messaggi all’Iran per provare a limitare la risposta nei confronti di Israele. In particolare, la richiesta di Washington sarebbe quella di non attaccare alti funzionari o diplomatici israeliani in Medio Oriente, o danneggiare aree o strutture civili o commerciali nello Stato ebraico. L’obiettivo sembrerebbe essere quello di ridurre la tensione nell’area mediorientale che rischia di finire completamente fuori controllo. Il rischio è alto al punto che gli Usa hanno deciso di rafforzare la propria presenza in Medio Oriente aumentando le unità navali e i caccia da combattimento a presidio della zona. Il clima si è fatto particolarmente pesante, come dimostra anche lo stop dei voli da e per Israele legato al rischio attentati messo in atto da diverse compagnie. Inoltre, un altro comandante di Hamas è stato ucciso dell’esercito israeliano, questa volta a Tulkarem, in Cisgiordania, mentre era in viaggio con un veicolo sul quale si trovava con altre tre persone.


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