Economia

Tovaglieri: “Casa green, sconfitto l’ambientalismo ideologico”

di Giovanni Vasso -

ISABELLA TOVAGLIERI, DEPUTATO AL PARLAMENTO UE


Doveva essere la lunga notte verde, è stata una notte in bianco. Almeno per gli ambientalisti. Fumata nerissima sulla direttiva Casa green. L’accelerata sull’Epbd, che avrebbe costretto gli europei – e a maggior ragione gli italiani – a correre a indebitarsi per salvare i propri immobili dalla svalutazione, non c’è stata. Lo ha annunciato, ieri, l’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri. Che, a L’Identità, fa il punto della situazione e svela cosa è accaduto durante la riunione fiume che avrebbe dovuto inguaiare i cittadini e che, per fortuna, si è risolta in un nulla di fatto.

Onorevole Tovaglieri, la riunione dell’altra sera doveva rappresentare un’accelerata e invece s’è fermato tutto. Che cosa è accaduto ieri al trilogo?
“Dopo mesi di impasse, il Parlamento europeo ha tentato di forzare la mano per chiudere la partita con la convocazione in zona Cesarini di nuovi meeting tecnici e di un negoziato, da portare avanti a oltranza fino al raggiungimento dell’accordo. Le cose non sono andate secondo i loro piani e hanno dovuto fare i conti con la realtà, accontentandosi di un accordo al ribasso e incompleto, che fa slittare tutto a dicembre. Per fortuna ha prevalso il buonsenso e l’ambientalismo ideologico Ue ne è uscito sconfitto”.

Lei parla di ideologia green. Quali punti “ideologici” sono caduti? Quali, invece, sono state le proposte che invece sono passate?
“E’ stata bloccata l’eco-patrimoniale a carico delle famiglie italiane, che non saranno più obbligate a efficientare il proprio immobile con interventi costosi in poco tempo. Rimarranno in vigore le attuali certificazioni energetiche degli edifici, mentre le modalità per la riduzione dei consumi saranno decise in autonomia dagli Stati membri da qui al 2050. Eliminati i famigerati mutui green e cancellato l’obbligo di installare colonnine di ricarica elettrica e di cablare i parcheggi negli edifici residenziali già esistenti. Resta sul tavolo la discussione sull’obbligo di installare pannelli solari su edifici pubblici e non residenziali, e su alcune parti concernenti misure finanziarie e sanzioni, argomenti su cui daremo battaglia”.

Adesso se ne parla a dicembre…o no? Cosa accadrà a breve considerando che la campagna elettorale per le Europee è, sostanzialmente, già aperta?
“Le trattative devono concludersi per dicembre, ma in questi mesi abbiamo assistito a un nulla di fatto da parte dei tavoli del negoziato a causa delle divisioni interne alla maggioranza e, soprattutto, alla discussione di misure giudicate irrealizzabili da buona parte delle stesse istituzioni comunitarie e dagli stessi Stati membri, come evidenziato dalla posizione del Consiglio, e dalla conseguente necessità di una discussione più approfondita. In questo negoziato erano in gioco la tenuta economica e sociale dei nostri Paesi: non si può pensare di portare avanti un provvedimento contro imprese, lavoratori e famiglie italiane, a colpi di maggioranza”.

Gli italiani temevano di ritrovarsi l’ennesima batosta green. Adesso possono tirare un sospiro di sollievo oppure si dovrà continuare a tenere alta la guardia?
“Grazie al lavoro del governo e della Lega, la direttiva è uscita completamente ridimensionata e il Parlamento è stato costretto a fare retromarcia sulle sue posizioni più estremiste e irrealistiche, cancellando dal testo obblighi e tempistiche maggiormente contestate dagli Stati membri. È una prima vittoria importante, ma non possiamo abbassare la guardia: ora lavoriamo, fianco al fianco con il Governo, per smontare tutte le altre eco-follie e perché si possa arrivare a un compromesso finale che penda dalla parte di razionalità e pragmatismo”.


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