Attualità

Isab di Priolo, la salute dei residenti viene prima della produzione

di Rita Cavallaro -


“Non sono riuscito a scendere dall’auto a causa della puzza che non permette ai cittadini di respirare e di vivere dignitosamente nella propria città”. Sono le parole del deputato regionale di Fratelli d’Italia Carlo Autieri non appena messo piede a Priolo Gargallo, nel Siracusano, richiamato dall’ennesima protesta dei cittadini, funestati dalla nube nera risultato delle lavorazioni dell’industria petrolchimica “Isab”. La società, passata di mano nel 2023 dai russi di Lukoil ai ciprioti di Goy Energy, ancora una volta è finita nel mirino della Procura, che ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e messo i sigilli all’impianto Sud, a seguito dell’incidente che ha provocato la pioggia oleosa del 26 agosto scorso e la nube nera di pochi giorni fa. La conseguenza di quegli eventi sarebbe ancora presente nell’area visto che i cittadini continuano a lamentarsi per l’aria nauseabonda che respirano, temendo anche ripercussioni severe sulla loro salute. L’Isab, d’altronde, movimenta il 90 per cento delle materie prime e dei prodotti petroliferi, con una capacità di raffinazione di 320mila barili al giorno, una forza di stoccaggio di 4 milioni di metri cubi, un sito di produzione di energia elettrica a ciclo combinato da 532 megawatt e la raffinazione del 22 per cento del carburante che finisce nei veicoli di tutta Italia. Motivo per il quale, nonostante le difficoltà produttive, occupazionali e le presunte ripercussioni ambientali, il governo è già intervenuto alla fine del 2022 con il decreto “salva Isab”, un provvedimento varato per “blindare” quello che viene ritenuto un sito di interesse nazionale, strategico nel settore energia in quanto è il secondo Petrolchimico più grande d’Europa.
“Nonostante dopo il mio intervento al ministero siano scattati controlli e ispezioni, la situazione nelle varie industrie non è più sopportabile, e io, da uomo libero, da domani inizierò una battaglia in tutte le sedi per fermare questa porcheria e per dare forza ai cittadini. Mi recherò in Procura per capire se dobbiamo ancora giocare con la vita dei cittadini, e vedremo se i sindacati mi seguiranno”, ha aggiunto Autieri, che è tornato a chiedere una nuova audizione dei vertici Isab in commissione Ambiente, della quale fa parte, alla presenza dell’assessore regionale competente. Il deputato regionale di FdI ha inoltre presentato un esposto alla magistratura a ulteriore sostegno della disastrosa situazione vissuta nel comune del siracusano. Sembrerebbe, inoltre, che la nube maleodorante che ha investito l’area abbia lasciato una “traccia” chimica che è stata individuata e analizzata dai tecnici dell’Arpa di Siracusa dopo aver prelevato dei campioni con il canister, un bidoncino usato generalmente per il trasporto di carburanti, e attraverso centraline di monitoraggio a Priolo. Anche se mancano ancora gli ultimi approfondimenti, sembrerebbe che gli esami condotti confermino che un evento potenzialmente inquinante avrebbe influito sulla qualità dell’aria. Nei campioni sarebbe stata anche rilevata la presenza di composti solforati riconducibili alla raffinazione del petrolio. Queste sostanze sono generalmente poco tossiche per l’uomo ma potrebbero causare fastidi come nausea, bruciore agli occhi ed alle vie respiratorie. Oltretutto i composti solforati hanno una soglia olfattiva molto bassa, basta quindi una piccola percentuale nell’aria per rendere subito “evidente” la loro presenza.
Sempre Autieri ha voluto precisare che questa azione legale non è fatta per iniziare una battaglia contro le industrie e contro i lavoratori, anzi, il parlamentare di FdI ricorda che è stato il Governo che a Roma ha varato il decreto “salva Isab”, ma precisa che, oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro, c’è anche il dovere di tutelare l’ambiente e la salute della popolazione che gravita intorno al polo industriale petrolchimico. La palla ora passerà di nuovo alla magistratura.


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